Zhang Xinmin, dirigente del ministero cinese della Tecnologia e della Scienza, ha annunciato che un farmaco antinfluenzale, l'Avipiravir, testato in due studi clinici su 340 pazienti con Coronavirus, è risultato efficace nell’assicurare un rapido recupero. Un certo scetticismo arriva però dalle autorità giapponesi, che hanno testato lo stesso farmaco su 80 pazienti. I risultati, dicono i giapponesi, sono significativi solo nella fase iniziale dell’infezione. Ancora nessuna posizione da parte Fujifilm Toyama Chemical, che ha sviluppato il farmaco.

A rivelare il tutto il The Guardian, la cui ricostruzione è stata poi ripresa dalla 'nostra' Adnkronos.

Continua la caccia al farmaco efficace

Mentre ovunque si moltiplicano le ricerche per individuare molecole attive nel contrastare questa famigerata epidemia di inizio terzo millennio e molti laboratori stanno lavorando alla messa a punto di vaccini efficaci, dalla Cina arriva una notizia che merita di essere segnalata.

Zhang Xinmin, un funzionario del governo cinese, ha dichiarato che il farmaco antinfluenzale Avigan, sviluppato da Toyama Chemical, una filiale di Fujifilm, può aiutare i pazienti con coronavirus a riprendersi. In Giappone, la notizia ha fatto lievitare immediatamente del 15% il titolo in borsa della Fujifilm, Paese dove questo farmaco è approvato come antinfluenzale dal 2014.

Il Favipiravir, molegola presente nell'Avipiravir, è un antivirale attivo contro gli RNA virus. A febbraio di quest’anno, in Cina è stato studiato contro il Covid-19. In due studi clinici, condotti a Wuhan e Shenzhen, il 17 marzo è stato dichiarato efficace contro il coronavirus. Il farmaco ha migliorato rapidamente le condizioni cliniche dei pazienti consentendone un rapido recupero.

Si tratta di un inibitore dell’RNA-polimerasi virale che impedisce la replicazione del virus. Nella sostanza si tratta di un prodrug che, in vivo, viene trasformato nella sua forma attiva, favipiravir-RTP (favipiravir-ribofuranosyl-5'-triphosphate).

La sua azione è specifica per l’RNA virale, non ha interferenza con quello cellulare, quindi è ben tollerato.

Per questo in Giappone viene comunemente impiegato come antinfluenzale. Sempre il governo giapponese, nel 2016, ha fornito il Favipiravir alla Guinea per contrastare il virus Ebola.

Scettiche le autorità giapponesi

A frenare l’entusiasmo dei cinesi arriva però una nota dalle autorità giapponesi che punta a ridimensionare il tutto. È vero che nei due studi clinici (Wuhan e Shenzhen) Favipiravir è stato somministrato complessivamente in 340 pazienti, dimostrandosi ben tollerato ed efficace, e che le radiografie toraciche dei pazienti, con e senza il trattamento con Favipiravir, hanno confermato un miglioramento delle condizioni polmonari nel 91% dei pazienti verso il 62% dei non trattati, ma quando lo stesso farmaco è stato somministrato in Giappone, su 70-80 persone, questo è risultato efficace solo nei pazienti non gravi, cioè in quei pazienti dove l’infezione non aveva ancor raggiunto un elevato grado di diffusione. Al momento non è ancora arrivato nessun commento ufficiale da parte della Fujifilm Toyama Chemical, che ha sviluppato il farmaco.