Ore 6.00, via Laviano, è l'“Astra Day”: così è stata definita la lunga giornata di martedì 11 maggio, durante la quale, ininterrottamente, il personale incaricato dall’Azienda Sanitaria Locale di Caserta ha somministrato 8165 dosi di Astrazeneca fino alle 23 del giorno successivo. Altri 3000 cittadini hanno tentato di prenotarsi, ma senza successo, data l'affluenza così massiva. Dinanzi alla Brigata Garibaldi sostano in coda, impazienti e speranzosi, i casertani che hanno voglia di ricominciare con la somministrazione del vaccino. I militari accolgono e gestiscono l'afflusso dei prenotati alle postazioni prestabilite.
Molti i giovani: domina la figura del giovane responsabile, attento a se stesso e, in base alle dichiarazioni rilasciate da alcuni di loro, soprattutto ai propri cari, specie se più deboli o portatori di patologie.
Ricominciare con l'Astra Day
Dopo il lungo periodo caratterizzato da restrizioni e divieti, il vaccino rappresenta per molti un valido alleato per debellare il Coronavirus, ma anche un lasciapassare per tornare alla quotidianità. Riguardo alla somministrazione di Astrazeneca vi è stata una lunga e contorta diatriba, ancora aperta. Inizialmente era destinato agli under 60 e ha suscitato polemiche per i numerosi casi di complicazioni sorte a carico dei vaccinati appartenenti a questa fascia d'età; poi è stato adottato dal Piano Vaccini anti-Covid per la fascia d'età compresa dai 18 ai 55 anni, esclusivamente per coloro che presentassero un buono stato di salute e l'assenza patologie, nel cui caso sarebbe stata data, invece, l'indicazione di somministrare Pfizer o Moderna.
Successivamente, il Ministero della Salute previa consultazione dell'AIFA, si è pronunciato, con Circolare 7 aprile 2021, circa la possibilità di utilizzare l'Astrazeneca a partire dai 18 anni, tenuto conto del basso rischio di reazione avverse di tipo tromboembolico, e raccomandandolo come vaccino preferenziale negli over 60, indicazioni che tuttora sussistono.
Astrazeneca: continuano le perplessità tra effetti collaterali e effetti non dimostrati
Nonostante l’impellente bisogno di sentirsi protetti dalla minaccia Covid, sono ancora molte le titubanze e i pareri discordanti circa la somministrazione del suindicato Astrazeneca, in seguito a varie complicazioni e trombosi. In base agli studi riportati dal New England Journal of Medicine, una eventuale formazione trombotica in seguito alla somministrazione dell’Astrazeneca, sarebbe imputabile alla presenza di anticorpi Anti-eparina nel soggetto vaccinato, piuttosto che al farmaco stesso.
A parere dei ricercatori, la soluzione potrebbe risiedere nella somministrazione di anticoagulanti diversi dalla succitata eparina, per usufruire di questo valido vaccino, riducendone al minimo gli effetti indesiderati.
Nonostante i numerosi studi condotti, non sono però stati dimostrati risultati apprezzabili e sicuri. Non c'è ancora la certezza che l'inoculazione del vaccino possa limitare la trasmissione del virus, che l'effetto dell'Astrazeneca perduri nel tempo, tantomeno se sia il caso di proporlo ai bambini o agli immunodepressi.
Virus vs Vaccino: paure che coesistono
A parte la categoria dei negazionisti, ci sono fazioni opposte: coloro che scelgono di stare senza copertura alcuna rispetto a un virus che ha messo in ginocchio il mondo intero, e coloro che, pur nutrendo dubbi sul vaccino Astrazeneca, scelgono di tutelarsi.
D'altronde, quando tutto e tutti possono essere fonte di contagio, l'unico modo per condurre una vita in cui non siano paranoie e fobie a farla da padrone, la scelta più saggia risulta essere quella di una vaccinazione di massa. Il ritorno alla normalità è ancora lontano, ma con il proseguire delle ricerche e con una buona dose di precauzioni e buonsenso, sembra un obiettivo sempre più raggiungibile.