Il rocambolesco 3 a 1 maturato in rimonta contro il Cagliari sul neutro di Parma, oltre a consentirle di portarsi a più 8 punti sulla più diretta inseguitrice, la Lazio, ha portato sotto l’albero un dono inaspettato: grazie alla vittoria sui sardi la Juventus ha infatti chiuso l’anno solare a quota 94 punti, battendo il precedente record di punti detenuto dalla Juventus di Capello che ne totalizzò 93 nel 2005.

Messe in riga l’Inter di Mancini (fermatasi a quota 92 nel 2007) e la Juventus di Capello, la squadra di Conte può davvero permettersi di guardare gli avversari dall’alto verso il basso; da gennaio a dicembre 2012, eccezion fatta per le spartizioni della posta maturate contro Bologna, Chievo, Genoa, Lecce, Cagliari, Milan nel precedente campionato e quelle conseguite nel corso dell’attuale torneo contro Fiorentina e Lazio (cui vanno aggiunte le sconfitte di Milano col Milan e di Torino contro l’Inter), la Juventus ha conosciuto solo vittorie.

Per l’esattezza 29 in tutto.

Un record quello della compagine di Conte impreziosito dallo zero iscritto alla casella delle sconfitte conseguite nel campionato appena trascorso e conclusosi col titolo numero 28 per la Vecchia Signora.

Record non solo italiani ma anche europei per la Juventus, che in competizioni ufficiali internazionali non perde dalla gara casalinga contro il Bayern Monaco (5 dicembre 2009, sconfitta per 1-4); da allora 9 pareggi e tre vittorie consecutive maturate tra novembre e dicembre di quest’ anno, quando nelle gare di Champions League la squadra di Conte ha messo in riga Nordsjaelland (4-0 a Torino), Chelsea campione d’Europa in carica (3-0 sempre allo Juventus Stadium) e Shakhtar Donetsk (0-1 conseguito in trasferta alla Donbass Arena).

Per una società tra le più titolate al mondo, il 2012 appare dunque un anno da incorniciare: la vittoria del titolo dopo anni di digiuno e di delusioni, un record di punti centrato, un campionato vinto senza perdere neanche una partita.

Eppure la nota stonata c’è stata, con l’addio del simbolo Alessandro Del Piero, emigrato in Australia dopo 19 anni e 290 reti segnate all’ombra della Mole con indosso la maglia bianconera (miglior marcatore di sempre nella pluricentenaria storia del club).

Nello sport come nella vita l’importante è non guardarsi mai indietro e pensare che la sfida più importante sia sempre quella che deve ancora arrivare, ma gli ultimi giorni dell’anno, quelli nei quali non ci saranno match ufficiali (il campionato riprenderà il 6 gennaio) o impegni agonistici, saranno quelli buoni in casa bianconera per fermarsi e pensare a quanto di straordinario fatto negli ultimi 365 giorni. Da gennaio, sarà storia passata.