Neppure il più pessimista tra i tifosi del Benfica si sarebbe immaginato un finale di stagione simile: il quasi certo addio al titolo portoghese (sabato prossimo c'è l'ultima giornata, poche le chances di farcela) e la sconfitta subita al 93' contro il Chelsea nella finale di Europa League. Una mazzata terribile per gli uomini di Jorge Jesus, incredulo di fronte a tanta malasorte e che adesso avrà il duro compito di risollevare il morale dei suoi giocatori almeno per l'ultimo turno del campionato nazionale.

Europa stregata Il k.o. maturato mercoledì sera all'Amsterdam Arena ha stabilito un nuovo record negativo per il Benfica: la settima sconfitta consecutiva in una finale europea.

Un primato decisamente poco invidiabile, un cammino incredibile iniziato nel 1963 dopo due trionfi consecutivi in Coppa dei Campioni (nel 1961 e nel 1962, era il Benfica di Eusebio).

Il 22 maggio di cinquant'anni fa, a Wembley, la formazione portoghese si arrese per 2-1 di fronte al Milan di Nereo Rocco nella finale di Coppa dei Campioni: decisiva fu la doppietta di Josè Altafini; poi nel 1965 la "Coppa dalle grandi orecchie" sfugge ancora contro una formazione milanese, stavolta è la Grande Inter di Herrera ad imporsi di misura (1-0) a San Siro grazie alla rete di Jair.

Nel 1968 giunge la terza battuta d'arresto nel massimo torneo europeo contro il Manchester United di Bobby Charlton; quindici anni dopo la maledizione si ripete in finale di Coppa Uefa, dove trionfa un modesto Anderlecht.

A fine anni '80 arrivano la quinta e sesta delusione in campo continentale, lo scenario è ancora la finale di Coppa dei Campioni: sconfitta ai rigori nel 1988 contro il PSV Eindhoven e k.o. di misura nel 1990 contro il fortissimo Milan di Arrigo Sacchi, decide una rete di Rijkaard. Fino all'ultima battuta d'arresto in Europa League contro il Chelsea, che chiude così (i tifosi del Benfica si augurano per sempre...) un cerchio pazzesco.