Non c'è stato il ritorno al passato. Il Pescara ha scelto infattiPasquale Marino per tentare il nuovo assalto degli abruzzesi alla massima seriedopo la mesta retrocessione arrivata nell'ultimo anno, con l'ultimo posto inclassifica.
La trattativa con il tecnico di Marsala si è conclusa dopo che ilpresidente Sebastiani ha provato più volte a coinvolgere nell'ambiziosoprogetto l'ex allenatore del "Pescara dei miracoli" Zdenek Zeman, il tecnicoche aveva portato gli abruzzesi in A prima di cedere al "cuore",ovvero alle lusinghe della Roma. Ma poi tutti sappiamo come è andata a finire:giallorossi in crisi di risultati ed esonero puntuale per il boemo.
Durante lapresentazione ufficiale del nuovo tecnico è bastato solo che i tifosi delPescara ascoltassero il nome del loro ex allenatore per manifestare tuttoil loro dissenso verso l'ex allenatore con dei copiosi fischi.
Il rapporto trail presidente del delfino ed il tecnico boemo è stato sempre buono, e anchequando mister Zeman decise di prendere il primo treno per Roma nel tentativo diandare ad inseguire un "grande amore" professionale fu lo stesso presidenteSebastiani a "giustificarlo" con i propri tifosi.
Una sincera stima, umanaoltre che professionale, che anche il tecnico di Praga ha più volte confessatocandidamente. Non c'è pace dunque per Zeman, scaricato a febbraio dallapanchina della Roma, e idealmente "ripudiato" dai suoi ex tifosi del Pescara.Colpevole del suo modo di essere, intellettualmente spregiudicato e moralmenteintegralista, come le sue squadre ed il suo 4-3-3.
Che può piacere o non piacere,ma che con cambia mai. Con tutti i suoi pregi e i suoi difetti.
Glaciale eromantico allo stesso tempo, Zdenek Zeman, tanto da essere spesso amato esubito dopo odiato dai suoi stessi tifosi. Il mondo del calcio, che ha spessomemoria corta, è pronto a dimenticare presto le gioie, ma tanto poi arriveràsempre una nuova panchina. E Zeman potrà ricominciare a "predicare"il suo dogma. Incrollabile. Come l'amore per il suo lavoro.