Della Carta Olimpica si sta parlando parecchio, soprattutto in relazione alle tante polemiche che stanno precedendo il via delle Olimpiadi di Sochi 2014 e che hanno avuto al centro la discriminazione nei confronti dei gay in Russia. Ma che cos'è la Carta Olimpica? Si tratta del documento ufficiale che contiene al suo interno le regole e le linee base che chi organizza le Olimpiadi estive o invernali deve seguire. È stata ideata dal Cio (Comitato olimpico internazionale) ed è redatta in inglese e in francese, che sono le due lingue ufficiali della competizione sportiva.

L'obiettivo della Carta Olimpica è quello di promuovere e mettere nero su bianco i valori che stanno alla base delle Olimpiadi: sei capitoli, divisi in 61 articoli. Ma al centro dell'attenzione, in questi giorni, si trova soprattutto l'ultimo capitolo, che parla delle norme da seguire per individuare la città più adatta all'organizzazione del grande evento, le sponsorizzazioni che possono essere consentite e le regole cui i mass media devono attenersi per raccontare l'evento.

Un passaggio, però, è dedicato al principio di solidarietà e uguaglianza che sta alla base dei giochi olimpici e recita: "La pratica dello sport è un diritto dell'uomo. Ogni individuo deve avere la possibilità di praticare lo sport senza discriminazioni di alcun genere e nello spirito olimpico, che esige mutua comprensione, spirito di amicizia, solidarietà e fair-play".

Parole che stridono con quanto sta avvenendo in Russia, paese accusato di non tutelare i diritti degli omosessuali e anzi di avallare le discriminazioni, anche violente, nei loro confronti.

Sotto accusa, in particolare, la legge varata da Putin che, di fatto, vieta di parlare pubblicamente di omosessualità. È per questa ragione che molti capi di Stato, ma non il nostro premier Enrico Letta, hanno deciso di non partecipare alla cerimonia di inaugurazione delle Olimpiadi di Sochi 2014. Ed è anche la ragione per cui si torna a parla di un documento come la Carta Olimpica, che, secondo molti, la Russia avrebbe disatteso.