Ierisi è svolta la 35-ma edizione della Clasica San Sebastián. Senza nemmeno rendersene conto, vince contro ogni pronostico il talentuoso britannico Adam Yates.

Un epilogo bizzarro – Tra stupore ed ilarità può anche succedere che un corridore, in vista dell'arrivo, si aggiusti la maglia in favore di camera e sollevi le braccia al cielo urlando la propria gioia. Salvo poi scoprire di non aver vinto. Già visto. Quel che probabilmente non si eramai verificato fino a questo surreale pomeriggio d'estate è che unatleta, ad un pugno di pedalate dalla gloria, non avesse ben chiaro che di lì a breve avrebbe vinto la corsa più importante della seppur giovane carriera.

In barba alla tecnologia che fa della comunicazione in tempo reale il cavallo di battaglia.

Povero Van Avermaet – Yates ha vinto perché nel momento topico della corsa è stato bravo a scrollarsi di dossoil gotha del Ciclismo mondiale per le corse in linea e, forse, perché una moto dell'organizzazione ha sciaguratamente abbattuto Greg Van Avermaet che ne aveva anticipato le bellicose intenzioni sullo strappo di Bordako Tontorra, che sta alla Donostia Klasikoa come il Poggio sta alla Classicissima di primavera. La BMC ha fatto ricorso: una dovuta formalità.

Finalmente Yates – Tralasciando l'epilogo curioso - può anche darsi chenon abbia visto la caduta del rivale, da qui lo stranito siparietto finale -Yates dimostra di avere un ottimo potenziale.

Fa sua con merito una corsa che pur non appartenendo all'elitaria cerchia delle classiche monumento gode di credenzialitali chenon ci sarebbe da stupirsi se un giorno finisse per farne parte. Perché alle spalle soffia la passione di un popolo, quello basco, che notoriamente delmondo delle due ruotene fa una ragione di vita.

Perché il percorso regala panorami mozzafiato senza soluzione di continuità, dalla cui tavolozza fuoriescono pennellate luminescenti che spaziano dal cobalto del mare di Biscaglia allo smeraldo delle alture pirenaiche. Infine la qualità dei partecipanti: leggerela starting listper credere.

La corsa - Partenza ed arrivo a San Sebastián, 219 i chilometri previsti con sei Gran Premi della montagna.

Il via alle 11,45. Otto corridori animano la fuga della prima ora. Il gruppo con in testa la Movistar lascia fare: cinque minuti il vantaggio. Situazione cristallizzata fino al secondo passaggio sull'Alto de Jaitzkibel. Il margine della fuga velocemente si assottiglia, in testa al gruppo ad avvantaggiarsi è il nostro Boaro: bello lo scatto, per lui una quarantina di secondi in vetta. Il sali e scendi che segue la tecnica picchiata verso l'imbocco dell'Alto de Arkale vede il ricompattamento del plotone. Emergono nove corridori tra cui Gilbert e Landa, la cui sortita si spegne sulle arcigne rampe dell'ascesa finale di Bordako Tontorra. Ai meno otto dal traguardo si decide la gara ed il primo a rompere gli indugi è lo sfortunatissimo Van Avermaet.

Quindi è la volta di Adam Yates al cui inseguimento si espongono in prima persona i più forti senza trovare la giusta collaborazione. Scalcia forte sui pedali ed ai meno tre può contare su di una quindicina di secondi. Quanti ne bastano per involarsi fino al traguardo: il resto èlastoria già raccontata.

Yates succede nell'albo d'oro ad Alejandro Valverde, terzo, battuto da Philippe Gilbert nella volata dei battuti. Un deciso passo avanti per il britannico che fino a ieri poteva contare su una vittoria al Giro di Turchia e un GP di Larciano.Proprio un bel colpo. In attesa della Vuelta.