Martin Castrogiovanni non è soltanto il pilone della Nazionale italiana, è un pilastro del rugby tricolore, con la sua forza d'animo, il carattere schietto e la voglia di combattere ancora e sempre, fino all'ultimo minuto. Il suo avversario più difficile è stato un tumore, per fortuna benigno. Adesso sta bene ma il viaggio fino al Sei Nazioni è molto complesso. Il giocatore è comunque a disposizione di Brunel.
La corsa verso il Sei Nazioni 2016
Questo mondiale di rugby dove l'Italia non ha ottenuto grandi risultati, è stata una competizione emblematica, è stato l'ultimo Mondiale di Mauro Bergamasco ma potrebbe essere stato anche l'ultimo torneo in azzurro di Martin Castrogiovanni, un altro senatore del rugby tricolore che si è tirato addosso tantissime critiche.
Castrogiovanni, per quanto carismatico e di sostanza nel pacchetto di mischia, in più di un'occasione è apparso stanco e incapace di correre. Gli spettatori non hanno apprezzato la fiacca benché questo giocatore di origini argentine sia comunque uno dei più amati di sempre. Il giocatore, stanco di non poter dare il meglio, si è sottoposto in Francia a un esame specifico. Il medico, pur rassicurandolo sul decorso della malattia, lo ha informato di aver notato un tumore benigno in prossimità del nervo sciatico.
Ecco spiegate le sue difficoltà nella corsa e lo scarso rendimento sul campo. In Italia si è operato e la biopsia ha confermato che si trattava di un tumore benigno. Adesso è desideroso di tornare in campo, è a disposizione del CT Brunel che coordina la nazionale italiana ma sa bene che essere convocato per il Sei Nazioni sarà molto difficile.
Per il momento ringrazia tutti dalla sua pagina Facebook, ringrazia chi gli è stato vicino tra gli amici, i parenti e i fan del Racing 92, la squadra parigina in cui gioca, che tornerà presto ad ossessionare gli avversari con la sua forza.
Dopo la sua vicenda medica, il pilone azzurro è stato intervistato da numerose testate.
È stato raggiunto anche dai microfoni del Venerdì di Repubblica cui svela in esclusiva anche la paura provata in occasione degli attentati parigini. Anche i campioni hanno paura, anche i piloni della nazionale, ma è altrettanto certo che continueranno sempre a lottare.