A pochi giorni dall’esordio stagionale, Chris Froome è stato coinvolto suo malgrado in uno strano contraddittorio con il presidente della Federazione Internazionale di Ciclismo (UCI), Brian Cookson. Il presidente si è detto sconcertato dall’assenza di Froome al Tour Down Under, nonostante il corridore sia in questi giorni in Australia per allenarsi. Il vincitore del Tour de France inizierà invece la sua stagione all’Herald Sun Tour, un’altra corsa australiana che inizierà il 3 febbraio.

Cookson: Froome sconcertante

Il presidente dell’Uci ha preso davvero male la scelta di Froome e della Sky di andare ad allenarsi in Australia senza correre il Tour Down Under.

La corsa ha inaugurato il World Tour ed ovviamente per l’Uci e il suo progetto di mondializzazione del ciclismo ha un valore molto importante. Vedere al via un big come Chris Froome avrebbe garantito un valore aggiunto non indifferente al Tour Down Under. Invece Froome ha scelto un programma più leggero, con un debutto spostato un po’ più in là nel tempo. Il campione della Sky ha raggiunto l’Australia per allenarsi al caldo e poi debuttare all’Herald Sun Tour, una piccola corsa a tappe che inizia con un prologo a Melbourne il 3 febbraio e continua con 4 tappe in linea dai chilometraggi molto limitati. Cookson ha parlato di una “decisione strana. I corridori hanno davanti una lunga stagione e devono prepararsi nel migliore dei modi, ma per me è una scelta sconcertante venire in Australia e non correre il Tour Down Under”.

Froome: sorpreso da Cookson

Chris Froome si è detto molto sorpreso da questo attacco del presidente Cookson. “Sono perplesso, perché avrei dovuto cominciare la mia stagione al Tour Down Under?”, si è chiesto il vincitore dell’ultimo Tour de France. In effetti Chris Froome ha sempre cominciato la sua stagione in febbraio, come fanno molti altri big delle corse a tappe.

Gli unici che hanno già debuttato sono stati Nibali e Quintana, che però hanno scelto l’Argentina e il Tour de San Luis. Invece al Tour Down Under si sono registrate davvero poche presenze di primo piano tra i corridori non australiani, una situazione che dovrebbe far pensare anche al presidente Cookson che correre in Australia a metà gennaio non è la scelta migliore per un corridore che punta al Giro d’Italia o al Tour de France.