Il 13 gennaio 1970 nasceva a Cesenatico Marco Pantani. Dodici anni dopo la sua morte il ricordo delle imprese del Pirata è più che mai vivo nei ricordi degli appassionati, che in quelle poche stagioni hanno vissuto momenti magici. Il Mortirolo, l’Alpe d’Huez, Oropa, Montecampione, il Galibier, la maglia rosa e quella gialla. Corse favolose che meritano di essere ricordate per rimarcare la grandezza di Pantani e non essere sommerse da vicende private, inchieste e chiacchiere.
Pantani, l’ultimo trascinatore di folle
Marco Pantani si rivelò al grande ciclismo al Giro d’Italia del 1994.
Dopo aver vinto la tappa di Merano regalò un’impresa storica sul Mortirolo, dove mandò in crisi il grande Miguel Indurain e la maglia rosa Eugeni Berzin. Pantani non vinse quel Giro, finito alla meteora Berzin, ma fu il vero trionfatore. Con la sua corsa sempre all’attacco, i suoi scatti a ripetizione in salita, il suo Ciclismo generoso, senza tattiche, tutto spettacolo e cuore, Pantani conquistò in un attimo la simpatia del pubblico. Simpatia che poi divenne un amore folle, alimentato dalla sfortuna che sembrava averlo preso di mira con incidenti a ripetizione, e molto dal magico spettacolo che sapeva regalare. Pantani era un trascinatore di folle per il suo modo unico di interpretare il ciclismo: tutto sembrava possibile per Pantani, ogni impresa, ogni sogno.
Il popolo del ciclismo lo ha adorato e lo adora ancora, ricordando le giornate magiche sul Mortirolo, sul Galibier e l’Alpe d’Huez.
L’impresa di Oropa
Una delle imprese indimenticabili di Marco Pantani, che merita di essere ricordata in questo 13 gennaio, è quella di Oropa al Giro d’Italia 1999. Pantani stava volando, dominando la corsa su avversari di rango come Gotti, Savoldelli, Heras e Jalabert, ai quali non concedeva neanche le briciole.
Ma quel giorno in cui i campioni del Giro d'Italia salivano al Santuario di Oropa, un imprevisto sembrava concedere ai rivali l’occasione per prendersi una rivincita. Ad inizio salita Pantani fu costretto a fermarsi a bordo strada per un salto di catena. Atteso dai compagni riuscì a riprendere la corsa nelle retrovie. Ma qui iniziò uno spettacolo senza eguali: uno dopo l’altro Pantani andò a riprendere e staccare tutti i corridori che erano davanti a lui, decine e decine sparpagliati sulle dure rampe della salita come se fosse la corsa di un gigante contro dei nani. Una cosa mai vista e che solo un campione speciale come Pantani avrebbe potuto regalare.