La Katusha trema. La squadra capitanata da Alexander Kristoff e Joaquim Rodriguez rischia una sospensione dopo l’annuncio della positività di Eduard Vorganov. Per la formazione russa è il secondo caso di doping nel giro di un anno, dopo quello di Luca Paolini. Secondo il regolamento antidoping la positività di due corridori nell’arco di dodici mesi può essere punita con la sospensione della squadra dall’attività, un danno pratico e di immagine enorme per un top team come la Katusha.

Il caso doping di Vorganov e il futuro della Katusha

L’Uci ha confermato che il corridore russo Eduard Vorganov, campione nazionale nel 2012, è risultato positivo al meldonium in un controllo a sorpresa effettuato lo scorso 14 gennaio.

Il meldonium è uno dei prodotti che sono stati inseriti nella lista proibita dell’antidoping da quest’anno e quello di Vorganov è il primo caso di positività a questa sostanza. La Katusha ha immediatamente sospeso il suo corridore che stava correndo la Volta Valenciana. In attesa delle controanalisi la squadra russa ha avviato un’indagine interna sul caso, confermando la sua tolleranza zero nei confronti del doping.

Ma se le controanalisi confermeranno la positività di Vorganov, la Katusha rischierà di vedere compromessa la propria primavera e di ricevere un grosso colpo alla propria immagine. Quello di Vorganov è infatti il secondo caso di doping in un anno di un suo corridore, dopo quello molto discusso di Luca Paolini, risultato positivo alla cocaina durante il Tour de France.

Il regolamento del Ciclismo professionistico prevede che se una squadra ha due casi di doping tra i propri corridori nell’arco di un anno può essere sospesa dall’attività. Nei prossimi giorni il caso sarà affrontato dalla Commissione disciplinare dell’Uci. La Katusha rischia una sospensione da tutte le gare per un periodo che va da 15 a 45 giorni. Se fosse assegnato il massimo della pena, Kristoff e compagni vedrebbero così tagliati fuori dagran parte delle corse di primavera, dalla Sanremo alla campagna del nord.