Quasi quarant’anni dopo Francesco Moser ecco Filippo Ganna. E’ servito tutto questo tempo per ritrovare un corridore azzurro in grado di vincere il titolo Mondiale dell’inseguimento individuale di ciclismo su pista. Alla rassegna iridata di Londra il vuoto è stato colmato da un diciannovenne di Verbania, arrivato senza i favori del pronostico. Filippo Ganna ha strabiliato segnando il miglior tempo nelle qualificazioni con un finale mozzafiato, stessa tattica usata nella finalissima che l’ha portato alla medaglia d’oro.

Filippo Ganna, un titolo storico

Per il Ciclismo italiano è una data che può segnare una nuova epoca. Dopo anni, anzi decenni, di delusioni e di abbandono, la pista azzurra sembra aver svoltato definitivamente pagina. La multidisciplina sta prendendo sempre più spazio tra i giovani e i risultati cominciano a vedersi anche ai livelli più alti dopo i primi successi delle categorie inferiori. Ai Mondiali di Londra la nazionale azzurra si sta facendo grande onore, con il quartetto dell’inseguimento maschile che ha sfiorato il podio ed Elia Viviani in piena lotta per il titolo dell’omnium.

L’impresa di Filippo Ganna ha dato al ciclismo su pista azzurro una sbornia di euforia che gli altri corridori possono cavalcare.

Il giovane verbanese, ancora dilettante con la Colpack ma già prenotato per il passaggio tra i pro dalla Lampre, ha stupito. Da lui ci si attendeva una buona prova, non certo una medaglia, meno che mai quella d’oro. Invece, dopo un avvio prudente, nelle qualificazioni ha dato un deciso cambio di marcia nell’ultimo chilometro dando una spallata agli avversari e all’annoso record italiano di Collinelli, datato 1996.

In finale, opposto al tedesco Weinstein, il giovane azzurro ha usato la medesima tattica. Si è assestato su un ritmo leggermente inferiore a quello del tedesco, tirando fuori un ultimo chilometro da favola con cui ha demolito l’avversario, incapace di reagire alla variazione di ritmo imposta da Ganna. Il tripudio azzurro è totale: la medaglia d’oro ai Mondiali in campo maschile mancava dal ’97, dal titolo di Silvio Martinello nella corsa a punti, e addirittura da quasi quaranta nell’inseguimento, da Francesco Moser nel 1978.