La dichiarazione rilasciata da Oleg Tinkov alla Gazzetta dello Sport, in cui affermava che quattro squadre avrebbero chiuso a fine stagione, ha avuto un seguito. Il vulcanico uomo d’affari russo ha parlato ancora dell’argomento in un’intervista concessa ad un’emittente danese. Tinkov ha ribadito la sua idea sull’attuale modello di business delle squadre di Ciclismo, secondo lui non sostenibile, aggiungendo che BMC e Katusha non potranno durare a lungo.
Tinkov: dividere i diritti tv
Nell’intervista concessa a TV2, canale danese, Tinkov è tornato sulla sua idea di una riforma del modello di business delle squadre di ciclismo.
Le squadre ricavano i propri budget quasi esclusivamente dagli sponsor, un modello che secondo Tinkov non è sostenibile. Il magnate russo ha provato a portare idee rivoluzionarie nel ciclismo, cercando di imporle all’attenzione generale anche con metodi provocatori e anticonvenzionali, come il premio di un milione di euro ai campioni per correre Giro, Tour e Vuelta nella stessa stagione. La cosa si risolse in un nulla di fatto, ma scatenò una discussione molto forte nel mondo del ciclismo.
Tinkov ha ribadito che le squadre devono partecipare alla suddivisione dei diritti tv perché il ciclismo possa avere un futuro. “Lo sport è in grave crisi, ma penso che se la ASO (la società organizzatrice del Tour de France) crea un campionato in cui paga le squadre, come in Formula Uno, allora si può cambiare questo sport” ha dichiarato Tinkov.
Katusha e BMC verso la chiusura?
Ma il passaggio che farà più discutere in questa intervista è quello relativo alle squadre che sarebbero prossime alla chiusura. Oleg Tinkov aveva dichiarato alla Gazzetta dello Sport che altre formazioni, oltre alla sua e alla Iam, sono vicine a chiudere i battenti. Secondo Tinkov si tratta di BMC e Katusha, due dei top team del ciclismo mondiale.
Il magnate russo ha spiegato che non è sostenibile a lungo termine una squadra in mano a mecenati come sono Andy Rhis, il proprietario della BMC, e Igor Makarov, presidente della Federciclismo russa. “Io ho speso più di 50 milioni di euro nella squadra, ma non ho rimpianti, me la sono goduta” ha concluso Tinkov.