Non c’è solo il Tour de France ad occupare il mese di luglio nel mondo del ciclismo. Mentre tutte le attenzioni sono catalizzate dalla corsa francese, è iniziato anche il Giro d’Austria. Sabato la corsa è partita con un brevissimo cronoprologo, appena 600 metri tutti in salita al 10%, vinto dall’australiano William Clarke. Nella prima tappa in linea è sfrecciato invece Nicola Ruffoni sul traguardo di Salisburgo.

Giro d’Austria, prologo e sprint per iniziare

L’avvio del Giro d’Austria è stato decisamente insolito. Sabato i corridori hanno gareggiato a Kitzbuhel, la località sciistica nota per la leggendaria pista di discesa libera.

L’organizzazione ha fatto scattare la corsa con un prologo molto particolare, 600 metri in salita al 10%. William Clarke ha fatto segnare il miglior tempo in 1’10’’. Nicola Ruffoni è stato il migliore degli italiani, e nonostante il percorso in salita lo sprinter bresciano ha fatto valere la sua esplosività per siglare il quarto tempo. La buona condizione di Ruffoni si è confermata nella prima tappa in linea. La frazione di Salisburgo era dedicata ai velocisti e non è sfuggita alla volatona. Ruffoni ha battuto Andrea Pasqualon (Team Roth) e il francese Yannick Martinez (Delko). Ruffoni ha anche conquistato la maglia di leader grazie all’abbuono.

Quarta vittoria per la Bardiani

Quella di Nicola Ruffoni nella prima tappa del Giro d’Austria è la quarta vittoria stagionale per la Bardiani CSF, già a segno con Colbrelli a Lugano, con Pirazzi alla Coppi e Bartali e con Ciccone al Giro d’Italia.

Ruffoni ha interrotto un lungo digiuno, visto che la sua ultima vittoria risaliva all’agosto del 2014 al Tour de Poitou Charentes. “Allora ero riuscito a battere anche Cavendish” ricorda Ruffoni “poi ho fatto tanti piazzamenti e quest’anno ho avuto molta sfortuna. Sono caduto sia al Giro del Mediterraneo che in Malesia, e anche al Giro d’Italia mi sono dovuto ritirare per una bronchite”.

Sentendo una grande condizione Ruffoni ha deciso di partire decisamente lungo nella tappa di Salisburgo: “Ci siamo presi la responsabilità della corsa ricucendo su una fuga, sapevamo che era una grande occasione. Sentivo una buona gamba e ai 300 metri sono partito senza mai calare”.