La lunga rincorsa di Elia Viviani è arrivata al traguardo più bello. Il veronese ha conquistato la medaglia d’oro nell’omnium, la prova multipla del Ciclismo su pista, alle Olimpiadi di Rio 2016. E’ stata una vittoria costruita partendo da molto lontano, dal nulla o quasi della pista azzurra di quest’ultimo decennio ed oltre. Sidney 2000 era stata l’ultima edizione olimpica a regalare dellesoddisfazioni al ciclismo azzurro in pista, poi a Atene e Pechino nei velodromi non c’era stata quasi traccia di nostri atleti. Da Londra è partita la rincorsa di Viviani che dopo tante piazzamenti tra Olimpiadi e Mondialiha centrato il successo che vale una carriera.

Viviani, i brividi della caduta e il sapore del trionfo

Se i due giorni di gara dell’omnium sono stati dominati in lungo e in largo da Elia Viviani, la prova finale della corsa a punti è sembrata portarlo ad un passo dal baratro quando è stato coinvolto in una caduta provocata da Cavendish. “La caduta mi ha scosso, ho cercato di capire se c’erano problemi fisici, poi sono risalito in bici e mi sono detto che non era successo nulla” così Viviani ha raccontato l’episodio che ha fatto rabbrividire tutto il clan azzurro a partire dal CT Marco Villa: “Era già caduto così ai Mondiali di Melbourne e si era scheggiato il bacino, potete immaginare cosa mi è passato in quel momento” ha raccontato il CT.

Viviani però ha saputo resettarsi, cancellare il momento difficile e tornare padrone della corsa. Ha controllato i tentativi di Hansen e Cavendish, si è inserito in quasi tutte le volate e nel finale ha conquistato il terzultimo e penultimo sprint. Il momento che ha sancito la vittoria dell’azzurro è stato a venti giri dalla fine, quando ha firmato uno sprint di classe su Cavendish che lo ha reso quasi irraggiungibile.

“Ho capito che avrei vinto e mi sono anche goduto gli ultimi giri. Ho fatto la corsa perfetta” ha spiegato Viviani, che ora per il futuro annuncia un cambio di direzione. Dopo aver conquistato l’alloro più importante su pista la sua priorità diventerà il ciclismo su strada. Viviani ha tracciato la via e sul suo esempio la pista azzurra sta riprendendo un certo vigore, come dimostrano i risultati raggiunti nell’inseguimento a squadre, una disciplina storica che fa da cartina di tornasole per tutto il movimento.