Un caso spinoso. Secondo la trasmissione "Le Iene", durante il campionato italiano di Ciclismo del 2015 a Superga c'è stato qualcosa che non ha funzionato nei controlli antidoping, tirando in ballo il campione del Giro d'Italia 2016, Vincenzo Nibali. Non si tratta di un'accusa di doping nei confronti dello "squalo", ma verso la Federazione che, secondo il servizio, potrebbe lasciare troppe libertà ai big.
Il servizio delle "Iene"
Nibali - prossimo al rientro dopo la caduta alle Olimpiadi - vinse quel campionato tricolore a Torino davanti a Francesco Reda, successivamente squalificato per doping fino al 2023.
Reda, nell'intervista rilasciata ad Alessandro De Giuseppe della trasmissione Mediaset "Le Iene", ha dichiarato che i kit per i controlli antidoping di quella gara erano finiti. Roberto Bima, che quel giorno era il rappresentante federale dell'antidoping, avrebbe confermato al ciclista che qualcosa non sarebbe funzionato in quel frangente. "Nibali è entrato ed è uscito dopo cinque minuti con una busta bianca", ha affermato il ciclista.
C'è anche una nota - inviata sia al Coni che ai carabinieri - che conferma le parole di Reda: "Il professor Bima ha verbalizzato che il controllo antidoping era irregolare e che mancavano le provette per fare i controlli ai primi tre arrivati".
Nel servizio delle "Iene", Bima non risponde ad una semplicissima domanda: "Nibali ha fatto il controllo antidoping?"; "Non lo dirò nemmeno sotto tortura", la risposta del professore.
"Le Iene" sono riuscite ad intercettare anche la dottoressa presente quel giorno a Superga, che fu vista da alcuni presenti mentre piangeva. Anche lei non ha voluto rilasciare dichiarazioni.
Su Twitter la risposta di Nibali: arriva la querela?
Sulla pagina Twitter del ciclista, @vincenzonibali, la risposta del campione siciliano: "I miei controlli sono regolari, i problemi sono per i diffamatori".
Non solo. Nibali - che il prossimo anno correrà per il Team Bahrain- ha anche pubblicato una foto di un controllo antidoping di quel giorno. La data riportata nel documento è 27 giugno 2015.
Il caso non finisce qui: la "Gazzetta dello Sport", in edicola oggi, parla in prima pagina di una possibile querela da parte del ciclista nei confronti della trasmissione di Mediaset e del collega Reda.