La telenovela delle Olimpiadi di Roma 2024, forse, è giunta alla sua conclusione. Qualche giorno fa, il presidente del Coni aveva fatto capire di avere un piano B per la candidatura di Roma, ma stamattina durante la conferenza stampa al Salone d'Onore del Foro Italico ha annunciato ufficialmente il ritiro di Roma dalla corsa alle Olimpiadi del 2024.

Il rammarico è evidente

Il presidente del Coni, visibilmente rattristato, ha annunciato ai microfoni che Roma si ritira dalla corsa (ieri, 10 ottobre, era arrivato il no definitivo del Consiglio Comunale).

"Coerentemente con quanto detto, ritengo che per portare avanti questo progetto servivano tre gambe. Una di queste(la Raggi, ndr), secondo me e secondo la stragrande maggioranza degli italiani per motivi demagogici, è venuta a mancare. Così siamo costretti a interrompere. Credetemi, sarebbe stato difficile batterci. Il piano alternativo ci sarebbe stato per restare in corsa, ma non ci avrebbero votato".

Malagò si è detto molto dispiaciuto di questo epilogo, ma con fierezza ha esposto il suo nuovo obiettivo: "Ho deciso di candidare per la sessione del Cio del 2019 Milano. È il primo passo per tornare credibili. Non accade dal 1966. Maroni e Sala si sono detti entusiasti. Con questi interlocutori credibili possiamo voltare pagina".

Il presidente del Coni non ha risparmiato altre frecciatine al sindaco Raggi, rea - secondo lui - di aver impedito a Roma e all'Italia di voltare pagina: "Come si fa a non capire che lo sport può essere veicolo di sviluppo e rigenerazione del Paese? Noi comunque ne usciamo come vincitori. Avremmo potuto anche perdere tra un anno, ora passiamo come eroi.

Abbiamo fatto solo quello che ci è stato chiesto di fare. Lo stavamo facendo al meglio, ecco dove sta l'assurdità di questa storia. Noi siamo sempre stati contrari al referendum. Lo avremmo dovuto fissare all'inizio di quest'avventura, non dopo tre anni di lavoro. Io mi volevo sotterrare con Bach e il resto del Cio, ma loro mi hanno riconosciuto che più di questo non potevamo fare".