È meglio vincere una tappa di una corsa storica come la Parigi Nizza o di una gara creata da poco e senza prestigio come l’Abu Dhabi Tour? Se si pensa puramente all’aspetto economico certamente è meglio vincere nella corsa degli Emirati Arabi. Forte del finanziamento degli sceicchi, RCS Sport ha potuto proporre un montepremi altissimo, molto superiore a quello delle altre corse a tappe del World Tour, e che non ha niente da invidiare a quello dei grandi giri. Basti pensare che una vittoria di tappa dell’Abu Dhabi Tour vale un premio di ben 7.000 euro, quasi il doppio rispetto a corse storiche come la Parigi Nizza o la Tirreno Adriatico.

Abu Dhabi, 150.000 euro in quattro giorni

L’arrivo dei petrodollari nelle organizzazioni delle corse di Ciclismo ha portato ad un deciso rialzo dei montepremi e l’Abu Dhabi Tour ne è un chiaro esempio. Il regolamento Uci impone una cifra minima per i premi assegnati ai corridori, e spesso le corse, anche di grande livello, si allineano alla somma più bassa. Per le gare World Tour una tappa deve prevedere un premio al vincitore di almeno 4.000 euro. Corse come la Tirreno Adriatico o la Parigi Nizza, gare storiche e prestigiose, assegnano esattamente questa cifra minima. L’Abu Dhabi Tour ha deciso di rialzare alla grande, portando il premio per una vittoria di tappa a 7.000 euro. Possono sembrare poca cosa, ma siamo non troppo distanti rispetto a quanto viene assegnato al Tour de France, la corsa più importante del mondo, che ne distribuisce 11.000 per un successo di tappa.

L’Abu Dhabi Tour ha alzato l’asticella anche per il premio riservato al vincitore finale, ben 23.000 euro contro i 14.000 della Tirreno Adriatico e i 16.000 della Parigi Nizza, gare peraltro di lunghezza doppia rispetto alle quattro sole tappe previste dalla corsa degli Emirati. Complessivamente l’Abu Dhabi ha messo sul piatto un montepremi di ben 150.000 euro da distribuire in quattro giorni, mentre per fare un confronto la Parigi Nizza ne assegna 120.000 in otto giorni. Con queste cifre non è difficile capire perché tanti corridori di primissimo piano hanno voluto essere presenti alla corsa degli Emirati.