Maria Sharapova, squalificata quindici mesi per assunzione di Meldonium, farmaco considerato tra le sostanze dopanti, prenderà parte agli Internazionali BNL d'Italia che si disputeranno sui campi in terra rossa del Foro Italico di Roma, in calendario dal 10 al 21 maggio. Gli organizzatori del torneo le hanno infatti concesso una wild card che le consentirà subito di accedere al tabellone principale. Nella capitale, la russa ha trionfato tre volte: nel 2011 dominando la finale contro l'australiana Samantha Stosur e vincendo 6-2 6-4; l'anno dopo, nel 2013, imponendosi sulla cinese Na Li in tre set 4-6 6-4 7-6 e nel 2015 sempre in tre set contro l'iberica Carla Suarez per 4-6 7-5 6-1 e raggiungendo in quell'anno, grazie a quella vittoria, il secondo posto nella classifica mondiale.
Il numero uno del mondo di tennis, Andy Murray, non approva la scelta di concedere una wild card alla russa Sharapova nel prossimo torneo di Roma
Quando era stata scoperta dalla WAIDA, agenzia mondiale antidoping, positiva all'assunzione della sostanza vietata, l'atleta "Masha" si era giustificata, spiegando il suo utilizzo al fine di sopperire una carenza cronica di magnesio e parlando di una storia familiare diabetica. Il farmaco, incriminato, Meldonium, in realtà, favorisce, a detta degli esperti, la circolazione del sangue ed è efficace per il trattamento di ischemie e arresto cardiaco. Il prodotto è considerato idoneo ad incrementare la mobilità muscolare, a prolungare i tempi di resistenza allo sforzo prima di avvertire la fatica.
Diminuisce, inoltre, i livelli di acido lattico e urea nel sangue degli atleti, favorendo i tempi di recupero dopo una faticosa attività motoria. Secondo alcuni, come lo scozzese Andy Murray, non è giusto che i dopati siano privilegiati al loro rientro, concedendoli con una wild card, la possibilità di accedere al tabellone senza nemmeno disputare partite di qualificazione.
Sicuramente, la campionessa di cinque Slam ha scontato, giustamente, la sua punizione, visto che è stata condannata a rimanere lontana dai campi di gioco per oltre un anno e mezzo come fosse una "qualunque" giocatrice che ha fatto uso di doping, ma non altrettanto sicuramente è possibile affermare sia giusto un rientro, ad un torneo così importante, in questo modo precoce, per di più se si tratta di una sportiva professionista che rientra per una squalifica e non da un infortunio.