È finito con una caduta sull’Oude Kwaremont il sogno della doppietta consecutiva, e sempre in maglia iridata, di Peter Sagan al Giro delle Fiandre. Il Campione del Mondo ha concluso così una giornata difficile, in cui è stato costretto ad inseguire fin dal Grammont, quando ancora mancavano più di 90 km all’arrivo. Nonostante tutto la squadra ha analizzato molto positivamente la corsa sia del suo leader che di tutto il gruppo, assegnando un ruolo decisivo all’episodio della caduta sul Kwaremont per il mancato risultato.

Bora: “Avevamo ancora buone possibilità di vincere”

La corsa si era messa in maniera critica per Peter Sagan e la sua Bora Hansgrohe fin dal passaggio sul Grammont, quando si era fatto trovare a centro gruppo mentre la Quickstep propiziava la fuga che ha poi dato il là all’azione risolutiva di Gilbert. La squadra ha potuto dare un contributo piuttosto limitato al suo campione, che ha dovuto uscire allo scoperto sul Taaienberg per dare un cambio di marcia all’inseguimento. Ma tutto è finito con la caduta sull’Oude Kwaremont, quando Sagan si è sbilanciato dopo aver urtato un giacchetto appoggiato da uno spettatore su una transenna. Il Campione del Mondo ha subito così un piccolo scarto che l’ha fatto finire contro la base della transenna e poi a terra.

Sagan pensa che quello sia stato l’episodio chiave della sua corsa, senza il quale avrebbe potuto ancora vincere questo Giro delle fiandre: “E’ stata una gara complicata, ma stavo bene ed ero in una posizione che mi avrebbe permesso di raggiungere Gilbert nel finale” ha dichiarato il Campione del Mondo. “Purtroppo con quella caduta tutto è finito, è stato un peccato anche perché la squadra aveva fatto un lavoro incredibile per aiutarmi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda è stato il pensiero della direzione tecnica della Bora Hansgrohe: “La corsa era andata bene e Peter si sentiva in forma” ha dichiarato il Ds Enrico Poitschke “Credo che se fosse rimasto in piedi avremmo avuto una buona possibilità di vittoria. L’incidente ha messo fine a tutto, anche se bisogna dire che Gilbert è stato molto forte e la Quickstep ha attuato un’ottima strategia”.