Chi riuscirà a spodestare "Re Chris Froome" dal trono dorato della Grande Boucle? È questa la domanda che si pongono in molti: il campione in carica, nonché triplice trionfatore sugli Champs Elysees (2013-2015-2016) rimane il favorito anche quest anno, ma sono in molti a volerne scalzare la leadership. Il tracciato, ricco di montagne e povero di cronometro, offre agli scalatori puri la possibilità di giocarsi le proprie carte fino all'ultima tappa.

Le tappe iniziali della corsa

L'avvio è avvenuto in terra tedesca, precisamente a Dusseldorf, dove una folla festante, nonostante la pioggia, ha salutato i protagonisti della breve cronometro di quasi 15 km.

Il potenziale della Sky è emerso fin da subito, con il britannico Geraint Thomas, compagno di squadra di Froome, che è balzato subito al comando. Il primo colpo di scena si è verificato con la caduta di Valverde, uno dei corridori più attesi e punta di diamante della Movistar, insieme al colombiano Quintana, fresco protagonista del Giro d'Italia.

La gara ha successivamente toccato i territori del Belgio e del Lussemburgo. Nella tappa con arrivo a Vittel c'è stato l'altro colpo di scena, la squalifica di Peter Sagan, uno dei favoriti per gli arrivi in volata e per le frazioni dal percorso piuttosto movimentato. La presunta scorrettezza da parte del Campione del Mondo in carica nei confronti del plurivincitore di tappe Mark Cavendish (infortunato e costretto ad abbandonare), ha portato l'UCI (Unione Ciclistica Internazionale), fra mille polemiche, a propendere per tale decisione.

Descrizione delle tappe centrali

La nota lieta, per l'Italia, si è materializzata nella quinta frazione, con l'arrivo sui Vosgi, nella Francia orientale, alla Planche des Belles Filles: una salita secca che aveva già visto vincitore Vincenzo Nibali nel 2014. Qui si è imposto con distacco Fabio Aru, uno dei capitani dell'Astana e fra i papabili alla vittoria finale.

In maglia gialla è tornato il britannico Froome.

Ora i protagonisti sono attesi da due tappe sulle Alpi, una prevista a Chambery, e l'altra con la temibile scalata al Mont du Chat. Froome, Aru, Quitana, Contador, Yates e gli altri big cominceranno a saggiare le potenzialità degli avversari. Dopo una giornata di riposo, le scaramucce riprenderanno sui Pirenei: le tappe di Peyragudes e Foix li impegneranno in scalate con pendenze anche superiori al 20%.

Qualcuno potrebbe già dover dire addio ai sogni di gloria.

Il gran finale

Dopo aver superato i colli del Massiccio Centrale (da non prendere mai sottogamba), le Alpi torneranno protagoniste: una frazione prevede lo scollinamento di vette storiche quali la Croix-de-Fer, il Telegraphe e il Galibier, e non bisogna dimenticare l'arrivo sull'Izoard. A quel punto, se i giochi non dovessero essere ancora fatti, ci penserà la cronometro di Marsiglia, con i suoi 22 chilometri, ad assegnare le posizioni definitive sul podio.

L'apoteosi finale a Parigi potrà permettere al pubblico di ammirare più da vicino i corridori che avranno conquistato le varie maglie messe in palio dall'organizzazione del Tour de France.