Che fenomeno Peter Sagan! Non solo per le sue performance da fuoriclasse autentico in bicicletta, ma anche per il suo estro sopra le righe, simpatico e dissacrante, che non manca di mettere in evidenza tra premiazioni e interviste varie. Il colpo di genio uscito dopo la storica terza vittoria consecutiva al Mondiale, mai riuscita a nessun altro in precedenza in quasi cento anni di sfide iridate, è una dichiarazione su come ha vissuto le quasi sette ore della corsa di Bergen. La gara prima dello sprint finale non ha lasciato al campione molta adrenalina e Sagan non ha potuto che raccontarlo a modo suo.

Sagan, un iridato naif

Peter Sagan ha fatto ancora un passo in più nella storia del Ciclismo al Mondiale di Bergen. Il fuoriclasse slovacco era arrivato in Norvegia solo il giorno prima della corsa, un po’ raffreddato e senza nemmeno pensare di fare qualche giro del circuito per conoscere il percorso. Il suo solito approccio naif e senza pressioni è stato anche stavolta una carta vincente, visto che Sagan ha finito per sbeffeggiare gli avversari che avevano studiato tutto con cura maniacale. Conquistata la terza maglia iridata consecutiva, primo campione nella storia del ciclismo a riuscirci, Sagan è andato ancora più in là nella sua visione leggera e unica dello sport. “Domenica mi sono rotto per 270 km per avere questa maglia a striscette” ha dichiarato il tre volte iridato alla Gazzetta dello Sport per commentare in maniera colorita una corsa un po’ troppo monotona per i suoi gusti e la sua voglia di adrenalina.

‘A Innsbruck come alla Tirreno’

Il Mondiale di Bergen è stato l’ultimo appuntamento stagionale per Peter Sagan, che ha chiuso con 12 vittorie tra cui anche una tappa al Tour de France, due al Giro di Svizzera e il Gp de Quebec. Il riconfermato Campione del Mondo si prenderà ora un periodo di pausa, vivrà la gioia di diventare padre nelle prossime settimane e poi tornerà a prepararsi in vista della nuova stagione.

Sagan ha lanciato già una nuova sfida per il Mondiale 2018, che si correrà a Innsbruck su un percorso completamente diverso rispetto a quello di Bergen, con un profilo altimetrico da tappa di alta montagna di un grande giro. Un tracciato che sembra troppo difficile per le caratteristiche tecniche di Sagan che, però, ha dato appuntamento in Austria per la caccia al quarto titolo iridato.

“Con una preparazione adeguata potrei puntarci, dovrei ritrovare la condizione della Tirreno Adriatico in cui arrivai con Nibali” ha ricordato Sagan pensando alla durissima tappa di Chieti del 2012 in cui battè Kreuziger, Nibali e Di Luca.