Dopo una serie di partite più che convincenti ed un già citata prova contro l'Edinburgh Rugby, arriviamo alla prima pausa nel torneo PRO14 che porta al primo match della Challenge Cup. Le Zebre, uniche rappresentanti dei colori italiani quest'anno, hanno dovuto affrontare il temuto Agen.
Una prova quasi impossibile
Le statistiche erano tutte a favore della squadra francese. L'Agen è stato appena promosso nella massima serie transalpina e vanta ben 16 partite su 17 vinte in tornei europei, di cui 3 contro le Zebre. Discutibile, se guardiamo il mero risultato, la scelta di fare esordire giocatori in questa sfida, anche se i rientri dagli infortuni sono stati numerosi.
Tra i titolari sono stati confermati soltanto Venditti e Meyer rispetto alla precedente ottima prova in Scozia. Non è stato d'aiuto l'aver disputato la prima partita fuori casa, poiché noi italiani soffriamo molto il "mal di trasferta" di cui spesso ha parlato l'allenatore fiorentino Pasquale Presutti. Questo fattore, infatti, ha inciso non poco nella prestazione dei bianconeri.
Troppo nervosismo
Nel rugby la disciplina è tutto. Perdere il controllo della situazione o lasciarsi andare ad un eccessivo nervosismo può costare la partita. Questo è quanto accaduto allo Stade Armandie, dove gli italiani hanno concesso troppe opportunità agli avversari di conquistare campo. Troppi, veramente troppi i falli concessi: 11 soltanto nel primo tempo, e per ben due volte i nostri giocatori sono andati sotto di numero per espulsioni con cartellino giallo.
Si sono registrati almeno 10 minuti per volta in inferiorità numerica; decisamente troppi contro una squadra preparata come quella francese. Soltanto la meta di Jacopo Sarto con la conversione di Guglielmo Palazzani hanno portato qualche punto alla formazione italiana che, però, non sono bastati per avere la meglio sugli avversari.
L'Agen, scatenato, ha superato la linea di meta italiana per ben sette volte, andando a realizzare un punteggio finale di 45-10.
Le Zebre sono sembrate lontane parenti della stessa squadra che nel PRO14 ha fatto tanto parlare di sé, riuscendo quasi nell'impresa di piegare le franchigie Sudafricane, e mettendo in seria difficoltà le squadre scozzesi.
Cosa sta succedendo? Troppo nervosismo? Oppure è emerso il solito problema della resistenza fisica italiana? Indubbiamente c'è da correre ai ripari e anche alla svelta. I tornei non aspettano, e le sfide della nazionale con il torneo delle Sei Nazioni non sono poi così lontane. Sicuramente i titolari vanno rivisti, anche se la sensazione è che le Zebre abbiano una rosa un po' troppo ridotta per affrontare queste competizioni.