Non c’è pace per la Bardiani CSF in questo 2017. La stagione della squadra diretta da Bruno e Roberto Reverberi è stata segnata dai casi di Doping di Nicola Ruffoni e Stefano Pirazzi, esplosi alla vigilia della partenza del Giro d’Italia. Ora la Bardiani è finita nuovamente nell’occhio del ciclone dopo che uno dei suoi corridori, Michael Bresciani, è risultato positivo per un diuretico. Bresciani si è difeso motivando la positività con una contaminazione originata da una medicina usata dalla madre che è finita accidentalmente nel suo piatto.

Bardiani, terzo caso di doping

I casi di doping di Nicola Ruffoni e Stefano Pirazzi sono stati una mazzata tremenda per la Bardiani CSF, sia per i modi che per i tempi in cui sono scoppiati. I due corridori erano i leader della squadra che stava per prendere il via al Giro d’Italia, e proprio nel giorno della presentazione delle squadre si venne a sapere delle loro positività all’ormone della crescita. Ovviamente la notizia suscitò grande clamore, amplificata anche dal fatto di essere alla vigilia della partenza del Giro. In giugno la Bardiani decise poi di coprire uno dei vuoti lasciati da Ruffoni e Pirazzi ingaggiando il neoprofessionista Michael Bresciani, un ragazzo proveniente dalla Zalf.

Per uno strano gioco del destino anche per Bresciani è subito scattata una positività all’antidoping, anche se con modalità molto diverse. Il giovane corridore è risultato positivo ad un diuretico, considerato un agente coprente, proprio durante il suo primo impegno nel Ciclismo professionistico, il campionato italiano. La Bardiani in quel periodo era stata sospesa dall’attività per i casi di Ruffoni e Pirazzi, ma i suoi corridori avevano avuto il via libera per correre l’appuntamento tricolore a titolo individuale, ed anche Bresciani aveva partecipato alla gara poi vinta da Fabio Aru.

Colpa di una medicina della madre?

Da quella corsa di fine giugno di Bresciani si erano perse le tracce fino alla notizia odierna della positività al controllo antidoping. Il corridore si è difeso rilasciando alcune dichiarazioni alla Gazzetta dello Sport, in cui ha ricostruito l'episodio che potrebbe aver portato a questo risultato avverso: “Mia madre prende il Lasix ai pasti e nel dividere la pastiglia ne deve essere finita qualche parte nel mio piatto” è stata la spiegazione fornita da Bresciani, che si augura di avere un verdetto clemente.

“L’Uci sta studiando il caso ma non credo di poter essere punito oltre la negligenza” ha aggiunto il corridore. A rischiare è anche la squadra, perché con tre positività nell’arco di un anno la Bardiani potrebbe subire una nuova e pesante sospensione.