Il 2017 sarà ricordato come l'anno dell'apocalisse sportiva italiana o, se preferite, dello 'sprofondo azzurro'. Il termine 'apocalisse' lo aveva coniato l'ex presidente della FIGC, Carlo Tavecchio, parlando dell'eventualità (all'epoca impensabile) che la Nazionale italiana fallisse l'appuntamento con la qualificazione ai Mondiali di Russia 2018. Il modo in cui questo flop è maturato non lascia posto a nessuna recriminazione: ci poteva stare il secondo posto nel girone dietro la Spagna (un pò meno l'umiliante sconfitta di Madrid, ndr), ma aver fallito il play off contro una Svezia complessivamente modesta è indice di un gruppo che, semplicemente, non meritava il Mondiale.
Su una generazione calcistica povera di talento, su una federazione alla sbando e su un sistema calcio totalmente in crisi è stato già detto e scritto tutto. A gennaio saranno eletti i nuovi vertici federali, sarà il nuovo anno zero del calcio italiano. Restando in ambito calcistico, c'è da citare anche l'ennesima finale di Champions League persa dalla Juventus, ma qui la spiegazione è molto più elementare: il Real Madrid era più forte dei bianconeri.
Gli altri sport
Sembrava l'anno giusto per la Ferrari, l'avvio del Mondiale 2017 di Sebastian Vettel era stato più che promettente ed il tedesco sembrava poter mantenere la vetta alla classifica. Poi il netto calo, culminato con il clamoroso errore alla partenza del Gran Premio di Singapore.
L'Italia dei motori ha invece sperato fino all'ultimo in Andrea Dovizioso che in sella alla sua Ducati ha lottato fino alla gara conclusiva per il Mondiale MotoGP, ma si è dovuto arrendere a Marquez. Tornando agli sport di squadra, c'è da citare la grande delusione nel volley. Agli Europei di Polonia, la Nazionale italiana che veniva accreditata almeno in zona medaglia è uscita ai quarti di finale, sconfitta nettamente dal Belgio.
Non è andata meglio agli azzurri del basket che agli Europei 2017 si sono arresi nei quarti per mano della Serbia. Infine il rugby, con il XV azzurro che rimane nel limbo delle incompiute ed al Sei Nazioni ha collezionato l'ennesimo 'cucchiaio di legno', il dodicesimo su diciotto partecipazioni. Ha invece toccato il fondo l'atletica leggera: c'erano poche speranze di figurare ai vertici, ma per la prima volta gli azzurri non hanno avuto neppure un finalista su pista ai Campionati Mondiali.
L'unico sorriso che, certamente, non salva la fallimentare spedizione di Londra 2017 è il bronzo ottenuto da Antonella Palmisano nella 20 km di marcia. Un altro flop è arrivato dal Tennis femminile che quest'anno ha rischiato addirittura la retrocessione in serie C di Fed Cup: i tempi delle imprese di Pennetta, Errani, Vinci e Schiavone sembrano davvero lontanissimi, manca il ricambio generazionale. Ricordare gli atleti che ci hanno regalato soddisfazioni è certamente più facile, visto che sono così pochi. L'Oscar lo merita Federica Pellegrini con il suo splendido oro mondiale in vasca nei 200 stile libero, ma anche Sofia Goggia grazie alle sue imprese sulla neve. Con due vittorie in Coppa del Mondo nella discesa libera e nel SuperG in Corea del Sud ed un totale di 13 podi, la sciatrice bergamasca si è piazzata terza in classifica generale, facendo meglio di Karen Putzer e Deborah Compagnoni. Infine i due ori di Bebe Vio ai campionati mondiali paralimpici di scherma.