Spesso e volentieri ci troviamo a commentare e giudicare aspramente i comportamenti negativi dei tifosi con i quali ci troviamo, seduti vicino, a condividere un momento che dovrebbe essere di divertimento e spettacolo ma che per colpa loro diventa un momento di autentico sfogo personale, dove la maggior parte delle volte colui che viene preso di mira è, ovviamente, lo sventurato arbitro di turno. Facilissimo poi sentenziare su chi ha offeso un uomo la cui unica colpa in verità è quella di cercare in tutti i modi di far rispettare un regolamento, ma non fate i santi: chi è senza peccato scagli la prima pietra.

In Italia gli arbitri sono presi di mira ad ogni livello

Purtroppo è italiana consuetudine, quando da tifosi non riusciamo a cogliere l'imparzialità dei direttori di gara, offendere e nei casi più estremi addirittura minacciare pesantemente quest'ultimi. Non è nemmeno raro trovare genitori intenti a promettere pestaggi più o meno cruenti ad arbitri impegnati nelle partite dei propri figli di sei o sette anni, per poi proseguire la giornata come se niente fosse accaduto, come se fosse la normalità comportarsi in questo modo verso una persona tranquilla, il cui unico errore è quello di non aver scelto un altro hobby con meno risvolti così "rischiosi".

Tutti noi abbiamo ben chiaro che qualcosa non va nello sport italiano su questo lato, in quanto non è possibile che chiunque possa dire veramente qualsiasi cosa ad un arbitro senza poi dover rispondere in nessuna sede dei concetti selvaggiamente espressi.

Il post su Facebook dell'arbitro Andrea

E questa cosa Andrea, un arbitro di pallacanestro, non riesce più a sopportarla e allora il 17 gennaio scorso decide di scrivere un post sul social network di Mark Zuckerberg. In questo post viene esposta nuda e cruda la difficile situazione di chi, per colpa della passione che ha per l'arbitraggio, si trova esposto ogni fine settimana ad offese, sfottò e minacce senza sentirsi protetti da nessuno.

Solo contro tutti.

Ecco il testo integrale:

In molti hanno dimostrato su Facebook la propria solidarietà ad Andrea, grazie soprattutto alla pagina "La Giornata Tipo", che facendo conoscere l'esistenza di questo sfogo ai suoi trecentomila fans ha portato alla ribalta un problema che sicuramente deve essere affrontato in modo più serio e deciso da tutte le principali federazioni sportive italiane. Qui di seguito troverete anche il post pubblicato da La Giornata Tipo. Vi consigliamo di leggere i commenti: