Si è conclusa la prima parte del Giro d'Italia 2018, corsa in territorio di Israele. Provando a fare un primo bilancio, dobbiamo innanzitutto applaudire il nostro bravissimo Elia Viviani, capace di vincere due tappe su tre, dominando le volate grazie a un evidente stato di ottima forma ma anche a tanta bravura conseguita anche nella efficacissima esperienza della pista, molto utile per acquisire una perfette padronanza della bicicletta e per imparare a venire fuori dalle situazioni più intricate. Il velocista italiano ha quindi avviato il suo Giro alla grande, ci auguriamo che porti a casa altri successi di giornata e che possa magari trionfare anche nella classifica a punti.
Un bilancio per i principali favoriti
Per quanto riguarda i pretendenti alla maglia rosa finale, fino ad ora si è visto che l'olandese Tom Dumoulin, vincitore l'anno scorso, è tornato sulle strade d'Italia molto motivato, alla ricerca del bis. Lo dimostra la straordinaria vittoria nella prova a cronometro, grazie alla quale Dumoulin ha già potuto allungare nei confronti dei diretti rivali. Non è apparso molto convincente Chris Froome, con una prestazione opaca nella prima tappa: bisognerà aspettare a vedere come il britannico si comporterà nel resto della corsa, tenendo conto del fatto che ha una grande esperienza di gare della durata di tre settimane. Ha invece disputato una buona cronometro il francese Pinot, che ha chiari obiettivi di classifica e conta di fare bene in salita.
Per quanto riguarda invece gli italiani, è andato oltre le aspettative a cronometro Domenico Pozzovivo, mentre non ha brillato Fabio Aru, in ritardo già di una cinquantina di secondi. Il sardo, considerato il numero uno degli italiani in questo Giro, ha però dalla sua la notevole bravura in salita, che potrà sfruttare nelle tappe impegnative che prevedono la scalata di montagne quali il Colle delle Finestre o lo Zoncolan.
Le prossime tappe
La corsa rosa è nel frattempo rientrata sul suolo italiano. I corridori in questi giorni dovranno affrontare la quarta tappa, da Catania a Caltagirone, con molti strappi lungo tutto il percorso ed un finale interessante, in particolare l'ultimo chilometro nel quale la pendenza arriva fino al 13%; la quinta tappa, da Agrigento a Santa Ninfa, nella Valle del Belice, pianeggiante nella prima parte ma nervosa nella seconda; e finalmente il primo arrivo in salita, nella sesta tappa, sull'Etna.