Il Mondiale di Wuxi ha certificato, con tanto di timbro istituzionale, il periodo incantevole che la Scherma azzurra sta vivendo da circa un decennio a questa parte. A partire dalla rassegna di Catania 2011, infatti, lo sport in cui vantiamo la più antica e giuliva tradizione ha avviato una sorta di “partnership” gloriosa con l'Italia, adornandone ulteriormente le insegne reali. In pratica, allegorie a parte, dall'edizione iridata disputatasi in terra sicula la scherma azzurra ha elevato ancora più in alto la propria ancestrale celebrità, ponendola su livelli pressoché inaccessibili a qualsiasi Nazione, Russia a parte, unico Stato che in questi ultimissimi lustri si è guardato bene dal defilarsi, reggendo egregiamente il confronto con lo Stivale.

In un'epoca in cui le potenze dell'era classica, come Francia ed Ungheria, faticano a mantenersi ai vertici (i magiari per la verità stanno rischiando di scomparire dai radar), l'Italia è l'unica Nazione inglobata nella nobiltà che non solo permane ancora nella propria roccaforte ma addirittura sta riuscendo persino ad ampliare il divario con la concorrenza, resistendo stoicamente agli attacchi sfrontati di Nazioni emergenti come USA e Corea del Sud (per tacere della Cina), vogliose di farsi strada fra le big della lama. Ed è così che in queste ultime rassegne iridate l'Italscherma ha sempre sfiorato lo zenit delle proprie potenzialità, svettando come non mai sulle rivali, a cui sono stati imposti dazi non indifferenti.

A Wuxi l'Italia ha esagerato

In questi ultimi Campionati mondiali cinesi gli azzurri hanno fatto registrare il massimo stacco sulle inseguitrici, doppiandole nel computo delle medaglie d'Oro, per un'egemonia quasi surreale che ha ricondotto alla mente l'epoca fantastica dell'URSS, che fra gli anni Sessanta e Settanta imperava indisturbata sulle pedane di tutto il Mondo, relegando le altre Nazioni al ruolo di comprimarie croniche.

Insomma, si può asserire come la kermesse appena relegata in archivio sia stata quella in cui la nuova super epoca dorata dell'Italia abbia raggiunto la consacrazione assoluta. E lo ha fatto giovandosi prima di tutto del Fioretto Uomini a squadre, che per il terzo Mondiale di seguito è riuscito a sbaragliare ogni avversario gli si ponesse innanzi (in Finale sono stati annichiliti i favoriti statunitensi 45-34), con Cassarà, Garozzo, Avola e Foconi che in un certo modo hanno finanche ricordato, seppur con i debiti distinguo, le gesta della squadra femminile, quel Dream Team facente capo ad A.

Errigo (di Bronzo nella prova ind.) che, dopo tanti successi travolgenti, stavolta non è riuscito a ripetersi in formato XXL, fermandosi a pochi passi dall'agognato trionfo, ma che ad ogni modo rimane con un'aureola leggendaria inviolabile che ne fa lo squadrone italiano per eccellenza. Malgrado la disdetta della squadra delle donne, la specialità del Fioretto anche a Wuxi è stata quella più munifica per i nostri colori. Oltre alla squadra degli uomini dobbiamo citare, infatti, l'exploit tutt'altro che preventivabile del 29enne romano Alessio Foconi – salito sul gradino più alto del podio dopo aver surclassato il britannico R. Kruse 15-8 – e l'apoteosi della 26enne senese Alice Volpi (15-12 sulla francese Y.

Thibus). Ad iniziare quella che poi si sarebbe rivelata un'edizione per noi superlativa era stata, il primo giorno di gare, la 33enne di Udine Mara Navarria, che contro ogni previsione ha conquistato la medaglia più preziosa nella Spada, svettando in Finale sulla romena A. M. Popescu 13-9, ottenendo ad un'età matura la coronazione di una carriera vissuta sino ad ieri all'ombra di altre primedonne (Rossella Fiamingo in primis). In virtù di tali trionfi (che hanno per certi versi nascosto le defaillances di alcune stelle come le già citate Errigo e Fiamingo, e della squadra di Sciabola uomini, quasi sempre incapace di compiere quel piccolo balzo che fa la differenza fra l'Argento e l'Oro), l'Italia ha naturalmente conquistato il vertice del medagliere, ponendosi innanzi alle realtà emergenti di Corea ed USA e ad una Francia in leggera ripresa dopo anni di oblio.

Posizioni di rincalzo per Russia (!?) e Svizzera (1 Oro ciascuno), con gli elvetici che sono riusciti nell'impresa pazzesca di aggiudicarsi il Titolo nella Spada a squadre, da diversi anni terreno di caccia della Francia, ex corazzata che i rossocrociati, udite udite, hanno surclassato in Semifinale 45-38. Per uno sport conservatore sino al parossismo come la Scherma codesta sortita rappresenta quasi un'irriverente nonché storica scorreria piratesca, di quelle che ogni tanto ridanno slancio all'interesse verso una disciplina che in molti, forse troppi, segregano ai margini dell'attenzione.