La nuova versione della Parigi Tours ha fatto molto discutere. La classica francese ha cambiato completamente il suo percorso e gli equilibri tattici inserendo dei tratti di strade sterrate negli ultimi km di corsa, scimmiottando la Strade Bianche, la gara senese che è una delle più spettacolari e suggestive dell’intera stagione. Se la corsa italiana ha raccolto fin da subito grande entusiasmo sia tra i corridori che tra gli appassionati, non altrettanto è stato per la Parigi Tours, anche perché gli sterrati francesi si sono rivelati particolarmente ghiaiosi e molto diversi da quelli perfettamente battuti della Toscana.

Lefevere: ‘Niente a che fare con il ciclismo su strada’

Quella vinta ieri da Soren Kragh Andersen è stata una Parigi Tours completamente stravolta rispetto alla sua storia. Da sempre la classica francese è stata una corsa di fine stagione rivolta ai velocisti o ai finisseur, ma in grado di riservare anche qualche sorpresa con delle fughe da lontano. Il suo percorso con tanta pianura e qualche piccola cote nel finale era ormai tradizionale e classico.

L’organizzazione, che è la stessa che gestisce anche il Tour de France, ha deciso di cambiare completamente faccia alla corsa e presentare un percorso tutto nuovo per gli ultimi 60 km. Sono stati inseriti 12 km di strade sterrate in mezzo ai vigneti, per cercare di dare più spettacolo prendendo probabilmente ad esempio il grande successo della Strade Bianche, che in pochi anni è diventata una delle corse più prestigiose del calendario.

Questa novità non è piaciuta a tutti, visto che le strade si sono rivelate più o meno delle mulattiere battute solo dai trattori, con tanta ghiaia e sassi che hanno provocato una gran quantità di forature.

La presa di posizione più dura è stata quella della Quickstep, la squadra regina delle classiche, che per voce del suo team manager ha bocciato del tutto le scelte degli organizzatori.

“Questa sarà l’ultima volta che la Quickstep farà questa gara, anche se la dovessimo vincere” ha twittato Patrick Lefevere quando la corsa non era ancora terminata e vedeva il suo Niki Terpstra nel gruppetto al comando. “Questo non ha niente a che fare con il Ciclismo su strada” ha aggiunto Lefevere.

Prudhomme: ‘Qualcosa fuori dal comune’

A fare le spese di questo strano percorso è stato anche Philippe Gilbert, che ha forato mentre si trovava nel gruppetto al comando della corsa. L’ex Campione del Mondo si è espresso sugli stessi toni del suo Team manager, bollando questa novità come un fallimento: “Francamente non è stato un successo, alcuni settori non erano adatti al ciclismo su strada, si poteva fare una gara di ciclocross” ha raccontato Gilbert a L’Equipe.

Christian Prudhomme, direttore della società organizzatrice ASO, ha invece respinto le critiche: “La gente si lamenta del fatto che le corse sono monotone. Abbiamo scelto di fare qualcosa fuori dal comune. Ho ricevuto numerosi messaggi da persone che di solito non li inviano, tutti per dirmi che eravamo nel giusto” ha dichiarato Prudhomme a L’Equipe.