C'è una nazionale italiana che domina in Europa e nel Mondo ed è una squadra invero speciale. Una profonda lezione di sport e di vita arriva da Madeira, in Portogallo, dove l'Italia del Basket si è laureata campione del mondo al torneo riservato ad atleti affetti dalla sindrome di Down. Il titolo iridato arriva ad un anno di distanza da quello continentale, lo scorso anno infatti gli azzurri avevano fatto il vuoto in Europa nel torneo che si era svolto sempre in terra portoghese, ma a Vila Nova de Gaia.

I protagonisti della cavalcata azzurra

Alessandro Ciceri, Gianluca Lafornara, Francesco Leocata, Fulvio Silesu, Antonello Spiga ed Emanuele Venuti: questi i componenti del roster azzurro allenato da Giuliano Bufacchi che in finale ha battuto la nazionale portoghese padrona di casa con lo score di 22-13.

"Dopo gli europei, questi ragazzi portano a casa anche il mondiale. Tanti complimenti a tutti, vogliamo farglielo un applauso?". Il commento su Facebook è del presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli ed un grande applauso, in effetti, questa squadra lo merita fino a spellarsi le mani. Complimenti ed elogi sono arrivati anche dalla Lega Basket di Serie A.

Un gruppo tutto d'oro

Il roster della squadra che si è fregiata del titolo iridato a Madeira ricalca grosso modo quella che lo scorso anno aveva battuto allo stesso modo il Portogallo vincendo il campionato d'Europa. Coach Bufacchi in passato ha allenato squadre giovanili tra i normodotati e poi nel 2010 è passato alla Fisdir, la Federazione Italiana Sport paralimpici degli Intellettivo Razionali.

Dal 2017 allena i ragazzi affetti dalla sindrome di Down. "Ci vuole tanta pazienza - aveva raccontato lo scorso anno a Vanity Fair, in occasione della vittoria continentale - ed un linguaggio lento con i gesti da ripetere continuamente. Quando capiscono, allora i ragazzi fanno tutto in maniera metodica ed anche in partita ripetono gesti e schemi che proviamo in allenamento".

Il tecnico, tanto per sfatare una serie di luoghi comuni, ha evidenziato come i suoi atleti siano tutti "autosufficienti e consapevoli" ed aveva raccontato come dopo aver perso la prima partita di quello che sarebbe stato il trionfale cammino europeo, si erano persi d'animo. "Si erano un pò depressi, ma hanno reagito bene e dalla prima vittoria non si sono più fermati". E la lezione l'hanno davvero imparata bene visto che adeso sono saliti sul tetto del mondo.