Dal momento del suo ritiro, avvenuto al termine del Giro d’Italia 2010, Gilberto Simoni è uscito definitivamente dal ciclismo. Dopo due Giri vinti, tante tappe e battaglie, lo scalatore trentino si è defilato dall'ambiente senza più cercare alcun ruolo nel mondo del professionismo. Simoni resta però un attento e critico osservatore delle corse, con lo stesso spirito ruvido e combattivo di quando era in gruppo. In un’intervista concessa a Tuttobici l’ex corridore ha parlato con entusiasmo del ciclismo attuale, bocciando invece quello in cui si è trovato a confrontarsi.

‘Non rimpiango niente di quel periodo’

Con due vittorie nel 2001 e nel 2003, altri cinque piazzamenti sul podio e otto tappe vinte, Gilberto Simoni ha legato a doppio filo la sua carriera al Giro d’Italia. E proprio nella corsa rosa ha dato l’addio al ciclismo nella cronometro all’Arena di Verona del 2010. Da allora l’ex corridore trentino ha guardato le corse da fuori, partecipando come ospite a manifestazioni ed eventi ma senza più ricoprire alcun incarico.

Simoni si è confidato in un’intervista a Tuttobici, in cui ha espresso tutte le sue critiche al ciclismo dei suoi anni, condizionato da scandali, sospetti e squalifiche. “Gli anni in cui ho corso io non mi sono piaciuti per niente” ha dichiarato l’ex campione trentino.

“Non c’è stato un risultato che non sia stato contestato, modificato o addirittura cancellato. Non rimpiango niente di quel periodo” ha sentenziato Simoni, che ha apprezzato il rinnovamento e la pulizia che il movimento è riuscito a darsi negli ultimi anni. “Il ciclismo di oggi mi piace, è moderno ma mantiene qualcosa di eroico. I corridori sono meno costruiti e il fisico conta davvero” ha commentato il vincitore del Giro 2001 e 2003.

‘In Italia c’è meno qualità’

Simoni si è poi soffermato sulla situazione che sta vivendo il movimento azzurro, in cui non si vedono nuovi corridori da corse a tappe che potranno prendere il posto del 34enne Nibali, pensando anche alle difficoltà che sta incontrando Aru.

L’ex campione ha fotografato questo momento paragonandolo al suo periodo, quando pur essendo un corridore di punta ha trovato solo due volte il posto in nazionale per i Mondiali. “Si capisce come oggi ci sia meno qualità, nel ciclismo italiano di oggi basta poco per essere convocati” ha dichiarato Simoni, che si è mostrato ancora ottimista sulle possibilità di Aru di ritornare ad altissimi livelli ed ha apprezzato la scelta di Nibali di programmare l’assalto sia al Giro d’Italia che al Tour de France.