La sconfitta di venerdì notte allo Staples Center contro i Brooklyn Nets (106-111) ha reso ufficiale ciò che ormai era certo da alcune settimane: ai Playoff NBA 2018-2019 non parteciperà la storica franchigia di Los Angeles Lakers e così la lega non potrà mettere in mostra il suo giocatore più rappresentativo, elemento di continuità in questi anni di continua evoluzione per il Basket e per la lega più importante del mondo.

I Lakers sono al sesto stop consecutivo dietro l'ottavo posto a Ovest, dopo che per i primi 65 anni avevano mancato l'accesso ai Playoff solo 5 volte.

LeBron James non saltava la post-season dalla stagione da sophomore, quando - nonostante le medie clamorose del ragazzo di Akron - i Cleveland Cavaliers conclusero la stagione noni, superati dai New Jersey Nets per il maggior numero di vittorie negli scontri diretti.

Le parole di LeBron James

The choosen one dopo la sconfitta di venerdì notte ha parlato ai microfoni dei media: "Ovviamente è stata una stagione tosta per tutti noi. Non è ciò che ci eravamo posti come organizzazione. Ma lungo l'anno succedono cose, sospensioni, infortuni, cose di quel tipo e noi non siamo stati in grado di giocare un basket sostenibile per 48 minuti. Ma non devi nemmeno rimuginarci troppo sopra, devi continuare a lavorare con decisione.

Vedi come puoi migliorare stanotte e passi a domani e da lì riprendi". Il 15 volte All-star ha proseguito ricordando che i Playoff non sono mai un risultato da dare per scontato: "Devi andare fuori e metterti al lavoro. Personalmente, devo solo continuare a lavorarci e vedere come continuare ad essere d'aiuto".

Per la prima volta dal 2004 con ogni probabilità il nome di "King James" non figurerà tra quelli selezionati per gli All-team NBA, ma è difficile dire quanto sia in calo un giocatore che in ogni caso ha oltrepassato il suo prime e che a 35 anni ha subito il primo infortunio serio della propria carriera, anche solo banalmente considerando le medie di 27,4 punti, 8.1 assist e 8.5 rimbalzi a partita.

La stagione dei Lakers

LeBron a Los Angeles era stata la grande firma della free agency 2018 e l'accesso ai Playoff era l'obiettivo minimo della stagione per i Lakers, disponendo del giocatore che aveva partecipato alle ultime 8 Finals, a volte con supporting cast non propriamente di livello. La dirigenza capitanata da Rob Pelinka e Magic Johnson non è riuscita a fornire a LeBron il giusto materiale umano, non riuscendo a dare una direzione precisa al progetto di diventare una contender il più rapidamente possibile, senza tracciare la crescita dei propri giovani e offrendo contratti da un anno a giocatori dal fit complicato con James, con l'obiettivo di rimanere flessibili verso l'estate 2019 o per possibili trade durante l'anno.

La possibile trade per Anthony Davis aveva catalizzato le attenzioni del mondo sportivo, con insider che parlavano di mezzo roster offerto ai Pelicans per Davis e il conseguente clima spiacevole in casa Lakers che andava fortemente a contribuire al fallimento stagionale, già avviato con gli infortuni di LeBron, Rondo e Lonzo Ball, fondamentale soprattutto nella metà campo difensiva, che avevano affievolito l'entusiasmo conseguente il quarto posto raggiunto a Natale.