La Deceuninck QuickStep è uscita per una volta sconfitta in una delle fermate della campagna del nord. Domenica, nell’Amstel Gold Race, il leader della squadra belga Julian Alaphilippe sembrava ad un passo dal successo quando è stato costretto ad inchinarsi alla strepitosa rimonta finale di Mathieu Van der Poel. Il team manager della Deceuninck, Patrick Lefevere, si è unito al coro di elogi per il giovane fenomeno olandese, ma ha voluto analizzare con più freddezza la sua vittoria, sminuendo il valore del ciclocross nella preparazione e parlando di episodi fortunati che lo hanno favorito.

Lefevere: ‘Non dobbiamo cambiare la preparazione invernale’

L’esplosione di Mathieu Van der Poel e l’arrivo ai vertici di Wout Van Aert hanno rinnovato le gerarchie nelle grandi classiche. Ad accomunare i due campioni è il ciclocross, la disciplina che hanno dominato con sfide entusiasmanti nelle scorse stagioni dividendosi gli ultimi cinque titoli mondiali. Proprio dell’impegno nel ciclocross si è parlato come uno dei motivi della loro rapida ascesa. Comportando uno sforzo al limite per un’ora, il fuoristrada sarebbe una preparazione ideale per poi esprimersi al meglio nel Ciclismo su strada, una tesi probabilmente spinta anche dall’onda emotiva dei clamorosi successi di Van der Poel.

Il Team manager della Deceuninck Quickstep Patrick Lefevere ha bocciato la teoria del ciclocross da riscoprire come allenamento per i campioni della strada. “Non dobbiamo cambiare nulla nella nostra preparazione invernale. Loro sono crossisti, hanno un approccio specifico, la loro stagione su strada finisce qui, per tutti gli altri continua”, ha dichiarato il manager fiammingo.

‘E' diverso da Kwiatkowski e Sagan’

Lefevere ha attribuito i successi di Mathieu Van der Poel al suo straordinario talento più che alla stagione invernale nel ciclocross. “Abbiamo a che fare con un fenomeno chiamato Mathieu Van der Poel. Ad un certo punto anche il giovane Kwiatkowski vinceva le corse in modo simile, compresi i Mondiali, e naturalmente Sagan.

Ma negli ultimi anni non abbiamo visto quello che fa lui. È ancora diverso da Kwiatkowski e Sagan”, ha spiegato Lefevere. “E’ la sua prima primavera ed è considerato soprattutto un crossista ma ora lo guarderanno con occhi diversi. Ha dimostrato che non ha bisogno di una squadra”, ha analizzato il manager della Deceuninck, che però ha trovato una serie di fattori molto fortunati a costruire la strepitosa rimonta dell’Amstel Gold Race.

“E’ stato fortunato ad avere quattro ragazzi della EF a tirare il gruppo e Fuglsang che ha smesso di collaborare a quattro chilometri dall’arrivo. Alaphilippe aveva i crampi, mentre tutti dietro hanno continuato a tirare”, ha ricordato Lefevere.