Reduce da un lungo periodo pieno di difficoltà e problemi fisici, Fabio Aru scommetteva tutto su questa stagione 2020 per un pieno rilancio ai vertici del ciclismo. Le speranze e le attese dello scalatore sardo sono state spazzate via dall'emergenza del virus che sta stravolgendo il mondo intero e bloccando anche lo sport. Il corridore della UAE sta continuando a prepararsi indoor come gran parte dei suoi colleghi, sospesi tra le notizie e le immagini terribili di questi giorni e le preoccupazioni per un futuro pieno di incognite.

Fabio Aru, due sessioni di allenamento sui rulli

Fabio Aru ha fatto in tempo a fare una sola apparizione in questo inizio di 2020 prima dello stop all'attività per la pandemia. Lo scalatore della UAE Emirates aveva esordito al Tour Colombia dall’11 al 16 febbraio dopo aver già passato un periodo di allenamenti in altura nel paese sudamericano. Aru aveva concluso al dodicesimo posto in classifica generale, un buon punto di partenza per una stagione decisiva per le sorti della sua carriera, un bivio dopo un lungo periodo buio. “Quando sono tornato dalla Colombia ero al 95% della forma, ora sarò al 70-75% e dovrò mantenermi così” ha raccontato il vincitore della Vuelta Espana 2015 aggiungendo che per poter tornare a correre “servirà un mese di preavviso per allenarsi a fondo”.

Aru sta cercando di fare un’attività piuttosto blanda sfruttando i rulli in casa, come ormai quasi tutti i suoi colleghi tranne quelli che vivono in pochi paesi, come il Belgio, che ancora hanno lasciato aperta ogni possibilità di allenamento all’aperto. “Da più di dieci giorni mi alleno sui rulli anche se non mi piace, non riesco a fare più di un’ora e mezzo al mattino e altrettanto nel pomeriggio. Poi esercizi, addominali, squat” ha dichiarato Aru.

'Mi rifiuto di lamentarmi'

Aru non ha nascosto di essere preoccupato anche per la sua situazione contrattuale. Lo scalatore sardo aveva firmato un ricco triennale con la UAE Emirates che arriva alla scadenza al termine di questo 2020. Dopo due stagioni da dimenticare per l’ex tricolore era fondamentale dare ora una netta svolta per pianificare il futuro.

“Sarei un ipocrita a dire che non ci penso. Arrivo da due stagioni molto negative e in questa non so se avrò modo di correre, di tornare quello che ero” ha dichiarato Fabio Aru esprimendo il suo pessimismo su quanto aspetta il mondo del ciclismo nei prossimi mesi. Il ciclista della UAE, che avrebbe puntato tutto sul Tour de France, crede che non ci siano grandi speranze per la Grande Boucle: “non so come si possa correre”, bocciando anche l’ipotesi di un evento a porte chiuse come immaginato dall'organizzazione, “il ciclismo senza pubblico non è ciclismo”.

Aru ha però superato le preoccupazioni personali, ben sapendo che in questo momento i problemi veri sono altri: “Mi rifiuto di lamentarmi, penso a chi ha perso le persone che ama, a chi ha perso la vita” ha concluso l’ex Campione d’Italia, molto legato alla zona di Bergamo dove ha corso nella categoria under 23 nelle fila della Palazzago.