In uno sport del tutto outdoor come il ciclismo su strada, il confinamento agli allenamenti casalinghi imposto dall’emergenza sanitaria sta causando una certa insofferenza e difficoltà ai pedalatori di ogni livello. Cicloamatori e professionisti hanno come unica possibilità l’allenamento casalingo sui rulli, quell’accessorio che consente di pedalare sul posto sfruttando eventualmente anche le nuove tecnologie che permettono di visualizzare sullo schermo di pc e tablet i percorsi e le difficoltà altimetriche da affrontare. Anche con il realismo offerto da queste nuove opportunità l’esperienza virtuale resta molto diversa rispetto alle pedalate su strada, come ha confermato anche il Campione Europeo Elia Viviani.
Elia Viviani: ‘È il contrario delle gare’
Viviani ha già corso molto in questa prima parte della stagione, prima del blocco dovuto all’emergenza sanitaria. Ha debuttato con la sua nuova squadra, la Cofidis, al Tour Down Under di gennaio per poi correre le altre gare del programma australiano e tornare in Europa per la Clasica de Almeria, la Volta Algarve e la Parigi Nizza, la gara che ha segnato la chiusura del calendario.
Da allora Viviani si trova a Udine insieme alla compagna Elena Cecchini e sta continuando i suoi allenamenti sui rulli, pur non nascondendo una certa insofferenza per questa preparazione indoor. “Non so se si può resistere per tre mesi. È già dura dopo nemmeno un mese, c’è da impazzire”, ha dichiarato il corridore veronese in un’intervista a Leggo evidenziando quanto sia diverso l’allenamento indoor da quello su strada.
“Sei solo, in uno spazio piccolo, tutto il contrario delle gare e degli allenamenti all’aria aperta”, ha aggiunto Viviani.
'No alle gare a porte chiuse, sarebbe meglio stare a casa'
Nonostante l’irritazione per questo lungo periodo di confinamento in casa a pedalare sui rulli, Elia Viviani si è detto del tutto contrario all’ipotesi di un ciclismo a porte chiuse per far ripartire il prima possibile tutto il movimento. Il corridore della Cofidis è fermamente convinto che la stagione dovrà riprendere solo quando l’emergenza sanitaria sarà completamente superata e non nella fase intermedia di convivenza con il virus.
“Se vorranno correre a porte chiuse vuol dire che la pandemia non è stata sconfitta del tutto.
Allora meglio stare a casa”, ha dichiarato il Campione Europeo bocciando l’opzione che era stata avanzata dall’organizzazione del Tour de France, ma che poi è stata accantonata. Viviani si è detto invece d’accordo con la volontà del Tour di attendere ancora per prendere una decisione definitiva di conferma, annullamento o rinvio della data della corsa.