Daniil Medvedev è stato il grande protagonista dell'estate 2019. La sua ascesa è stata inarrestabile: ha vinto i Masters 1000 di Cincinnati e Shanghai, è stato finalista a Washington, Montreal e, soprattutto, agli US Open dove solo un grandissimo Rafa Nadal è stato in grado di averne ragione al termine di un match splendido. Insieme a Dominic Thiem, viene considerato il tennista più maturo della cosiddetta Next Gen, in corsa per riuscire a interrompere il dominio dei Fab3 che ormai da anni monopolizzano i tornei più importanti. Il 2020 però non era iniziato nel migliore dei modi, nell'unico Slam fin qui disputato in Australia l'attuale numero 5 del ranking Atp è uscito al quarto turno, eliminato da Stan Wawrinka e, sinceramente, era apparso meno 'sciolto' rispetto alla passata stagione.

Nel corso di una diretta Instagram con 'We Tennis', Medvedev ha parlato dei suoi obiettivi, se e quando in questo tormentato 2020 si tornerà a giocare. Tra le domande più 'spinose' quella relativa alla Next Gen di cui lui è un esponente di punta e se per caso ritiene che sia arrivato il momento di vincere un Major. La sua risposta non esprime positività in tal senso.

'Sarà difficile vincere uno Slam fino a quando ci saranno Djokovic, Nadal e Federer'

La domanda esatta che gli è stata rivolta è una sorta di terno al lotto. Quale dei giovani sarà il primo a vincere uno Slam? Lui compreso ovviamente. "Dipende di quale Slam parli - ha risposto Daniil - perché al Roland Garros ad esempio per ora non vedo un campione diverso da Rafa Nadal.

Naturalmente posso parlare solo per me e non per gli altri, quando partecipo a un torneo il mio obiettivo è sempre quello di vincere più match possibili e per vincere uno Slam ne devi mettere in fila sette. Sarà difficile farlo fino a quando ci saranno Djokovic, Nadal e Federer, noi comunque ci proviamo".

'Non credo di essere stato il vincitore morale degli US Open'

La finale 2019 degli US Open fu una vera altalena di emozioni. Nadal era avanti 2 set a 0, ma subì la grande rimonta del moscovita che pareggiò il conto dei parziali e, nel quinto e decisivo set, sembrò sul punto di rovesciare l'inerzia del match. Il carattere, la forza fisica e l'esperienza dello spagnolo gli permisero di non arrendersi dinanzi ad una prova straordinaria da parte di Medvedev.

"Ero molto arrabbiato - ricorda Daniil - perché a me non piace mai perdere, anche se è vero che in tanti si sono complimentati con me e mi hanno detto che di quel match sono stato il vincitore morale, ma è una cosa che non credo assolutamente. Se così fosse stato oggi avrei uno Slam in bacheca". Un modo per dire che, alla fine, i 'vincitori morali' sono alibi creati dai tifosi e non esistono, conta solo chi mette a terra l'ultimo punto e solleva il trofeo. "Ma non è da me deprimermi dopo una sconfitta, lo sapevo allora e lo so anche adesso che per migliorare bisogna lavorare duro".