Sono passati ormai 33 anni, ma la tappa di Sappada del Giro d’Italia ’87 fa ancora scaldare gli animi nel mondo del Ciclismo. In quella giornata si consumò, tra mille polemiche, una clamorosa rottura in casa Carrera, lo squadrone che stava comandando la corsa con la maglia rosa saldamente sulle spalle di Roberto Visentini. Tra la sorpresa generale l’altro big della Carrera, l’irlandese Stephen Roche, partì all’attacco nelle fasi centrali della corsa, mandando su tutte le furie Visentini che andò in crisi di nervi e lasciò la strada libera al compagno-rivale.

Ciclismo, la storica tappa di Sappada

Basta dire Sappada per gli appassionati di ciclismo non più giovanissimi per rievocare uno degli episodi più clamorosi e discussi della storia del Giro d’Italia. Era l’edizione del 1987, iniziata con qualche discussione in casa Carrera per la rivalità interna tra Roberto Visentini, campione in carica, e l’irlandese Stephen Roche. Visentini sembrava ormai aver messo in chiaro le gerarchie interne vincendo nettamente la cronoscalata di San Marino in cui aveva lasciato a quasi tre minuti il compagno di squadra.

Alla partenza della fatidica tappa di Sappada, la quindicesima della corsa rosa, il bresciano era in maglia rosa con un vantaggio ormai rassicurante, 2’42’’, nei confronti di Roche.

L’irlandese, però, contravvenne alle regole più basilari delle strategie del ciclismo, partendo all’attacco a sorpresa in un tratto di discesa, invece di correre in difesa delle posizioni ormai acquisite. L’ammiraglia della Carrera ordinò ai propri corridori di inseguire Roche e difendere la maglia rosa di Visentini, ma non tutti risposero alle disposizioni e il bresciano andò su tutte le furie, staccandosi dal gruppo e perdendo circa sei minuti sulla salita finale, fiaccato da una crisi nervosa provocata dal tradimento del compagno.

Roche conquistò in questo modo la maglia rosa, che portò fino al traguardo finale, mentre Visentini dopo quel Giro non seppe più tornare ad altissimi livelli. Ancora oggi, l’ex corridore bresciano non ha dimenticato quella che considera una vera pugnalata alle spalle e nelle rare interviste concesse non ha mai risparmiato accuse a Roche.

Roche: ‘Roberto tirava dietro di me’

Dopo una recente dichiarazione di Visentini rilasciata a BlaBlaBike, in cui il bresciano ha ricordato il tradimento del compagno, Stephen Roche ha replicato nella nuova puntata dello stesso podcast di Tuttobici. L’ex campione irlandese ha ribaltato la ricostruzione tattica fornita da Visentini, parlando di una fuga non voluta e nata quasi per caso in quella tappa di Sappada, e sentendosi infastidito dalla rincorsa poi orchestrata dai compagni di squadra in difesa della maglia rosa. “Ci sono tante versioni in giro, ma la versione originale è che, quando io ero in fuga, Roberto tirava dietro di me con la squadra. Anche se aveva la maglia rosa a me non piaceva che i miei compagni tirassero dietro di me.

Dissi che se loro smettevano anche io mi sarei fermato” ha dichiarato Stephen Roche.

‘Mi spiace che sia ancora arrabbiato dopo tanti anni’

Con una visione tattica della corsa un po’ ardita, Roche ha spiegato che la sua presenza in fuga doveva essere vista come una mossa in favore del gioco di squadra e non come un attacco a tradimento nei confronti del compagno saldamente in maglia rosa. “Roberto ha preso paura, si è arrabbiato perché ero davanti, ma io facevo solo il mio lavoro di gregario. In discesa c’erano tre o quattro corridori davanti, se fossero andati Schepers o Cassani su di loro tutti avrebbero detto che bella tattica. Invece c’ero io e tutti hanno detto che avevo attaccato Roberto.

Io non ho mai attaccato, sono andato in discesa più veloce, è diverso da attaccare. In fondo alla discesa Roberto ha sbagliato perché tirava con la squadra, ero molto arrabbiato” ha raccontato l’ex campione irlandese, che poi vista la crisi di nervi di Visentini fu lasciato libero di fare la sua corsa nel finale. Roche conquistò la maglia rosa per appena 5’’ su Rominger.

“Se non avessi preso la maglia probabilmente la Carrera mi avrebbe mandato a casa” ha confidato ammettendo che quella sua mossa non era piaciuta alla squadra. “Mi spiace che dopo tanti anni Roberto sia ancora arrabbiato, perché io non ho mai voluto attaccare la maglia rosa” ha concluso Roche con una dichiarazione che probabilmente farà ancora più inviperire l’ex compagno di squadra.