Troppa voglia di tornare a correre e dimostrare a tutti il suo valore. Sarebbe stato questo a condizionare negativamente Fabio Aru nella scorsa stagione, quando ha ripreso in fretta l’attività dopo l’intervento del mese di marzo all’arteria iliaca.
Lo scalatore della UAE Emirates era reduce da un lungo periodo di difficoltà, con risultati sempre più anonimi, fino alla scoperta del problema fisico che lo ha costretto all’intervento. Aru è poi voluto tornare in gruppo già al Giro di Svizzera e al Tour de France, continuando in un’attività intensissima fino alla Vuelta Espana, quando si è dovuto ritirare ormai sfinito.
Fabio Aru: ‘Dopo l’operazione è tornato il sereno’
La caduta libera della carriera di Fabio Aru è sempre uno dei temi più discussi nel mondo del Ciclismo, soprattutto in questo lungo periodo di stop alle corse. Dalla vittoria alla Vuelta Espana 2015 e ai podi al Giro d’Italia, il corridore sardo è passato all’anonimato più triste, soprattutto dopo il passaggio dalla Astana alla UAE Emirates. Dopo un 2018 da dimenticare Aru era partito male anche nella scorsa stagione, fino alla scoperta di un’occlusione all’arteria iliaca che lo limitava e la conseguente operazione in marzo.
L’annata dell’ex Campione d’Italia sembrava già compromessa se non finita e archiviata del tutto, ed invece la voglia di prendersi delle rivincite e tornare agli antichi splendori lo ha portato ad accelerare i tempi di recupero oltre ogni previsione.
Aru è uscito moralmente rilanciato da questo stop forzato, convinto di aver risolto tutti i suoi problemi, ma la foga con cui è tornato si è rivelata controproducente.
“Dopo l’operazione è tornato il sereno, anche se poi una serie di errori hanno fatto nuovamente peggiorare la situazione, certamente anche per colpa mia”, ha ammesso il vincitore della Vuelta 2015 intervenendo a una delle seguitissime dirette Instagram dell’ex corridore Raffaele Ferrara.
‘Mi prendo le colpe e non faccio polemiche’
Appena ripreso a pedalare Fabio Aru ha programmato un calendario particolarmente intenso, soprattutto per un corridore reduce da un delicato intervento, e questo lo ha portato inevitabilmente a sfinirsi. Lo scalatore sardo è riapparso in gruppo a giugno nel Gp di Lugano, ha corso poi il Giro di Svizzera con qualche tappa incoraggiante e si è poi voluto misurare con il Tour de France, concludendo al quattordicesimo posto.
Aru ha poi voluto schierarsi al via anche della Vuelta Espana, iniziando con qualche prestazione confortante per poi spegnersi velocemente fino al ritiro.
“Ho imparato che dopo un infortunio come il mio servono pazienza e tempo”, ha commentato Aru prendendosi la responsabilità delle scelte sbagliate che lo hanno portato a logorarsi fisicamente. “Con il senno di poi direi che il rientro è stato prematuro. La voglia ce l’avevamo in tanti, io, la squadra e i tifosi. Preferisco prendermi le colpe e non fare polemiche”, ha concluso Aru chiudendo il discorso sulla sfortunata stagione 2019.