Dopo tanti anni nel World Tour e un’esperienza non molto fortunata alla Bardiani CSF, Andrea Guardini si rimetterà in gioco quest’anno scendendo nella categoria Continental, la terza e ultima del Ciclismo professionistico, con l’ingaggio alla Giotti Victoria Palomar. Per un corridore che vanta più di quaranta vittorie in carriera, questa nuova avventura potrebbe suonare come una bocciatura o un ridimensionamento definitivo, ma Guardini si sta approcciando alle corse con cui riprenderà la sua stagione con forti motivazioni. Il velocista che nel 2012 seppe battere Cavendish in una tappa del Giro d’Italia si è detto convinto di poter tornare a vincere e a dimostrare che i risultati altalenanti delle ultime stagioni non sono stati solo colpa sua.
Andrea Guardini: ‘Anche i materiali fanno la differenza’
Dopo quella vittoria esaltante sul traguardo di Vedelago al Giro d’Italia 2012, la carriera di Andrea Guardini non ha più brillato agli stessi livelli. Il velocista veneto ha vinto ancora molto nelle stagioni successive, ma per lo più in gare extraeuropee, diventando il mattatore del Tour de Langkawi, una corsa malese, in cui ha segnato ben 24 successi di tappa, oltre la metà del suo bottino complessivo. Concluse le stagioni in Astana e UAE, Guardini è sceso una prima volta di categoria nel 2018 con il passaggio alla Bardiani CSF, una scelta che sembrava poterlo rimettere al centro delle strategie di una squadra e fargli compiere un salto di qualità.
Invece l’esperienza nel team Professional emiliano non è stata fortunata, con sole quattro vittorie ottenute in Cina e Malesia nell’arco di due anni e un ritiro dopo poche tappe nel Giro d’Italia 2018.
Scaduto il contratto con la Bardiani e con l’immagine di un corridore già in declino ad appena trent’anni, Andrea Guardini ha deciso di cercare il rilancio scendendo ancora di categoria e accettando la proposta della Giotti Victoria Palomar, una formazione continental.
Il velocista veneto vuole cogliere questa occasione per dimostrare di essere ancora un corridore vincente, convinto di aver deluso negli anni in Bardiani non solo per colpa propria.
“Anche i materiali tecnici fanno la differenza” ha dichiarato Guardini in un’intervista a Tuttobiciweb. “Non sono stato all’altezza delle aspettative non perché non avessi motivazioni, ma perché non ho avuto la possibilità di competere a pari livello di certi avversari.
Se esci sapendo di avere 30 watt in meno per i mezzi che hai a disposizione è difficile compensarne la mancanza con la buona volontà” ha aggiunto il velocista veneto lanciando una critica molto chiara alla sua ex squadra.
Due mesi di preparazione con i chetoni
Per dare il meglio in questa stagione in maglia Giotti, Andrea Guardini ha deciso di curare ogni dettaglio, non solo per quanto riguarda i materiali, ma anche per gli allenamenti e la preparazione atletica. Da due mesi il velocista ex Astana si sta preparando con i chetoni, un integratore alimentare molto discusso nel mondo del ciclismo. Il prodotto, assunto sotto forma di bevanda, è utilizzato da diverse squadre, non è considerato dopante, ma da più parti ne è stata chiesta la messa al bando per i possibili effetti collaterali per l’uso a lungo termine.
Guardini si è detto entusiasta dei chetoni: “Sto sperimentando sul mio corpo i vantaggi sull’utilizzo dei chetoni, i risultati che sto ottenendo sono incredibili” ha commentato il velocista, aggiungendo di essere diventato anche un rivenditore del prodotto.
Guardini ha messo in guardia chi crede che i chetoni possano fare tutto da soli, parlando di un prodotto che deve comunque essere utilizzato insieme a un regime alimentare corretto e un piano di allenamento adeguato. Il corridore veneto ha anche voluto replicare a chi sta criticando aspramente chi utilizza i chetoni, a partire dal Movimento per un Ciclismo Credibile, l’associazione che ne sta chiedendo la proibizione per i possibili effetti negativi sulla salute. “In realtà ci sono tanti studi che dimostrano che portano solo vantaggi” ha dichiarato Guardini.