Un 2020 surreale quello di Novak Djokovic. Dopo gli Australian Open, infatti, si parlava esclusivamente dei suoi tentativi di record: quello di titoli Slam che lo vede a quota 17, -3 da Roger Federer e anche quello che riguarda le settimane complessive in vetta al ranking Atp, considerato che grazie al successo di Melbourne si era ripreso il primo posto che Rafa Nadal gli aveva tolto alla fine del 2019. L'Adria Tour doveva essere un'occasione per permettere a tanti tennisti di saggiare il campo dopo il lockdown e di fare beneficenza. Alla fine si è trasformato in un incubo, dopo la positività al coronavirus di atleti, tra cui lo stesso Djokovic, e componenti degli staff tecnici.
Il secondo tampone a cui Nole si è sottoposto insieme alla moglie Jelena, risultata anche lei positiva alla Covid-19, ha dato esito negativo, ma ciò che non si è ancora placato sono le roventi polemiche per la 'leggerezza' con cui è stato organizzato l'Adria Tour. In tanti hanno puntato il dito sul fuoriclasse serbo che, alla fine, ha deciso di riprendere la parola e rispondere alle critiche.
'Su di me una critica spietata e molto maliziosa'
Il mondo del Tennis e non solo si è diviso nei confronti di Djokovic. C'è chi lo ha difeso, evidenziando le buone intenzioni del tour balcanico e quelli che invece lo hanno messo "spalle al muro", tirando fuori un presunto "danno d'immagine". Nole aveva già toccato l'argomento subito dopo la notizia della sua positività al coronavirus e non si era certamente definito esente da responsabilità.
Ma il polverone è tutt'altro che spazzato. "Su di me ho visto una critica spietata e maliziosa - dice il vincitore degli Australian Open 2020 intervistato dal quotidiano serbo Sportski Zurnal - e credo sia ovvio che tutto questo sia una strategia, una caccia alle streghe nei miei confronti. Quando accade qualcosa è palese che una persona deve pagare e se c'è da incolpare un grande nome, tutto questo diventa ancora più interessante (per la critica, ndr)".
Il possibile calendario di Djokovic
Dopo la sua negatività al secondo tampone, Novak Djokovic ha ripreso ad allenarsi a Belgrado. La stagione ripartirà il 14 agosto dal cemento americano con il Masters 500 di Washington, ma il numero 1 Atp non sarà al via dei 'Citi Open'. "Non sarò a Washington, questo lo posso assicurare, mentre a Cincinnati (torneo spostato eccezionalmente a New York, ndr) sarò presente solo in caso di una mia partecipazione ai Us Open e, a dire il vero, non so ancora se sarò a Flushing Meadows.
Posso invece dire con certezza che sarò al Roland Garros e voglio anche giocare a Madrid e Roma". In effetti, prima ancora della bufera dell'Adria Tour, il campione serbo aveva espresso tutte le perplessità del caso riguardo i Us Open le cui condizioni, a suo dire, sarebbero state troppo 'estreme'.