L'ex ciclista italiano Massimiliano Lelli ha preso parte a Bla Bla Bike, trasmissione radio del sito di riferimento del mondo del Ciclismo Tuttobiciweb.it. L'ex corridore ha parlato a tutto campo, non risparmiando aneddoti su Marco Pantani e Mario Cipollini. Su Cipollini ha raccontato di non avere mai visto nessuno allenarsi in maniera meticolosa e maniacale come faceva lui.

Massimiliano Lelli su Mario Cipollini: 'Era capace di partire da Lucca e arrivare fino a Civitavecchia'

Lelli ha parlato della sua solida amicizia con Mario Cipollini: "Abbiamo fatto praticamente il militare insieme: siamo amici, tutti noi sappiamo quanto è stato professionale Cipollini.

Lui andava a Forte dei Marmi solo dopo avere vinto mille corse. Io ho avuto la fortuna di allenarmi con tanta gente forte e tosta come anche Moreno Argentin: sotto l'aspetto della professionalità sugli allenamenti, Cipollini era una cosa micidiale. Prima della Sanremo faceva anche allenamenti di 350 chilometri: io negli ultimi 80 rientravo. Era capace di partire da Lucca e arrivare a Civitavecchia. Mai visto uno maniacale nella preparazione come Mario Cipollini, non saltava un giorno di allenamento, su preparazione e alimentazione era un perfezionista. Anche adesso va ancora come una moto".

Lelli racconta un paio di episodi della loro carriera: "Quando entravamo in camera in albergo spesso c'era un letto grande e uno piccolo, io andavo subito in quello piccolo per fare finta che decidessi io perché era scontato che nel grande ci andasse lui.

Lui, a volte, poi si arrabbiava perché parlavo poco e mi addormentavo presto. Abbiamo fatto tante risate ed è il numero uno anche a raccontare barzellette".

L'ex ciclista Lelli su Pantani: 'Ero legato a Marco da una sincera amicizia'

"Pantani ce l'ho nel cuore, era un artista". Questo sostiene Massimiliano Lelli, che poi prosegue: "Aveva una casa dalle parti di Saturnia, veniva spesso, ci si allenava insieme, voleva che andassi in squadra con lui ma io ero a fine carriera.

Questa cosa lui l'aveva presa male ma si stava bene insieme. Non dico che Pantani non si allenava ma era un artista: lui non voleva nulla delle prime tecnologie che arrivavano ai nostri tempi, amava andare a sensazioni"

Riguardo al Pirata, poi aggiunge un aneddoto: "Una volta ci allenammo insieme sull'Argentario, avevo tempi e parametri: io avevo fatto 5.000 km negli ultimi mesi, prendiamo la salita, Pantani mi inizia a parlare e va.

Io gli ho dovuto dire 'Panta, cala!' Lui da tre mesi che toccava una bici, io non ero Indurain ma qualcosa ho fatto nella mia carriera. Lui era una potenza assoluta".

Lelli: 'Potevo fare di più, ma ogni tanto mollavo tutto e sentivo la necessità di tornare a casa in Maremma'

Sulla propria carriera Lelli sostiene: "Potevo fare forse di più, non ero continuo negli allenamenti, spesso mi piaceva rientrare nella mia terra in Maremma e staccare da tutto da tutti, sappiamo che la carriera è talmente corta e dura 10/15 anni e occorre stare molto concentrati senza fare cose fuori posto. Sulla gestione della pressione è stato un altro problema grosso: se avevo pressione 99 su 100% le cose non andavano bene, se mi si lasciava libertà il risultato veniva. Ma è proprio da questo aspetto che si vede chi è un campione".