Dopo anni di dibattiti e polemiche, il mondo del Ciclismo professionistico è ormai quasi unanimemente passato dai tradizionali freni a pattino a quelli a disco. Nella stagione che sta iniziando resisterà una sola squadra nel World Tour ad adottare esclusivamente i freni tradizionali, la Ineos Grenadiers. Altre hanno lasciato libera scelta ai propri corridori, ma la maggior parte ha ormai optato unicamente per i dischi. Tra queste c’è anche la Israel Start Up Nation, la squadra in cui è appena approdato Chris Froome, proveniente proprio dal versante opposto delle tecnologie di freni e cioè il Team Ineos e la sua scelta classica.
Froome sarà quindi obbligato a correre con le bici Factor montate con i freni a disco, e in un video postato sui social ha espresso i suoi dubbi su questa tecnologia, una presa di posizione che ha suscitato curiosità e tante reazioni.
Froome: ‘Non sono convinto al 100%’
Da oltre un decennio Chris Froome correva con le biciclette Pinarello dotate di freni tradizionali a pattino. Il Team Sky / Ineos non ha infatti mai montato i nuovi freni a disco e nella stagione che sta iniziando è l’unica squadra World Tour a resistere su questa posizione. Passando alla Israel Start Up Nation, Froome avrà ora invece in dotazione le biciclette Factor che usano unicamente i freni a disco, una tecnologia che il campione britannico ha mostrato di non apprezzare.
Il quattro volte vincitore del Tour de France ha postato un video sui social in cui presenta la sua nuova bicicletta Factor Ostro Vam, un modello dalle forme aggressive e aerodinamiche. Il particolare che ha colpito in questo video è l’aperta critica di Froome ai freni a disco.
“Non ne sono ancora convinto al 100%. Li uso da un paio di mesi, da un punto di vista prestazionale sono fantastici.
Ti fermi subito quando ti devi fermare, fanno il loro lavoro sia sull’asciutto che sul bagnato” ha commentato il corridore della Israel passando poi ad elencare i punti negativi che lo lasciano perplesso. “Gli svantaggi sono che c’è uno sfregamento costante, la possibilità di problemi meccanici, il surriscaldamento, la deformazione dei dischi quando si percorrono discese in cui devi frenare costantemente per cinque o dieci minuti” ha analizzato Froome.
‘È la direzione in cui l’industria vuole andare’
Froome ha spiegato che si creano degli attriti perché “la distanza tra il disco e i rotori è troppo ridotta e questo genera degli sfregamenti”. Il campione britannico ha chiarito che anche secondo lui il futuro è rappresentato unicamente dai freni a disco, ma che i tempi non sono ancora maturi per questo cambio.
“Personalmente non credo che la tecnologia sia ancora dove dovrebbe essere per il ciclismo su strada. Ma accetto che questa sia la direzione in cui desidera andare l’industria. Noi corridori dobbiamo adattarci ed imparare a usarli. Se non hai i freni a disco è solo questione di tempo prima di essere costretto a montarli” ha concluso Froome.