Anche in una corsa in cui non sono schierati i pezzi da novanta, la Deceuninck Quickstep ha fatto valere la forza del suo gruppo e la capacità di interpretare la corsa sempre in modo vincente. Lo squadrone belga ha dominato la quinta tappa del Giro dei Paesi Baschi, la più facile di questa settimana di corsa in terra iberica. Senza i grandi velocisti e le relative squadre a controllare la corsa, la situazione è volta tutta a vantaggio dei corridori che sono riusciti ad andare in fuga nelle fasi iniziali. Tra questi anche la coppia della Deceuninck Quickstep formata dal danese Mikkel Frolich Honoré e dal ceco Josef Cerny, che nel finale hanno staccato Julien Bernard per arrivare in parata.

All’arrivo non c’è stata volata e il successo è stato deciso da un ordine di squadra che ha premiato Honoré.

Paesi Baschi, fuga a sei

La quinta tappa del Giro dei Paesi Baschi offriva un’occasione ai corridori più veloci presenti in gruppo, davvero pochi visto il percorso particolarmente impegnativo di tutte le altre frazioni. Con solo tre Gpm di terza categoria e gli ultimi trenta chilometri di discesa e pianura, questa tappa si presentava come la più facile della corsa, ma con l’incognita di uno svolgimento tattico tutto da decifrare vista la mancanza di velocisti e squadre a tenere unito il gruppo.

Nelle fasi iniziali sono andati all’attacco cinque corridori: Julien Bernard (Trek Segafredo), Mikkel Frolich Honoré e Josef Cerny (Deceuninck Quickstep), Andrey Amador (Ineos) e Ide Schelling (Bora hansgrohe). A questi si è poi aggiunto anche Andreas Leknessund (DSM) per andare a comporre il sestetto che ha guidato la corsa per tutto il giorno.

Il gruppo non ha mai concesso molto spazio, tirato dalle poche squadre dei corridori più veloci, la Israel di Impey, la EF di Cort Nielsen e la BikeExchange di Smith.

Arrivo trionfale per la Deceuninck

La situazione, apparentemente in mano al gruppo, è cambiata sull’ultimo Gpm, a circa trenta chilometri dall’arrivo. La Deceuninck ha cambiato passo spezzettando la fuga.

Honoré e Cerny sono partiti all’attacco e il solo Bernard è riuscito con fatica ad inserirsi nella loro scia. In gruppo è invece mancato il cambio di ritmo che le squadre dei velocisti riescono ad imporre nei finali di corsa. Nella discesa i tre fuggitivi hanno guadagnato molto, mentre dal plotone sono partiti i due baschi della Astana, Omar Fraile e Alex Aranburu. La loro azione ha dato la misura del ritmo non proibitivo del gruppo, ma si è poi spenta negli ultimi chilometri, quando sono stati nuovamente raggiunti.

Nel finale, con il gruppo ancora a distanza di sicurezza, Honoré e Cerny hanno approfittato di una breve salita per staccare Bernard, apparso già in precedenza il più debole dei tre.

I due della Deceuninck Quickstep hanno avuto tutto il tempo di godersi una vera passerella finale, un trionfo che dà la dimensione della profondità dell’organico di questa squadra, capace di dominare anche con le seconde linee. Honoré è stato il primo a passare sul traguardo, anche se il successo è stato un capolavoro di squadra. Bernard ha difeso il terzo posto sul rientro del gruppo, battuto nello sprint per il quarto posto da Daryl Impey.

La classifica non è cambiata.

Brandon McNulty è ancora in maglia gialla e domani, nella conclusiva frazione di Arrate, dovrà difendere 23’’ su Roglic e 28’’ su Vingegaard, la coppia della Jumbo Visma che ieri ha fatto molto discutere per la condotta tattica che ha decretato il cambio di leadership. Pogacar è a 43’’ e sarà curioso capire come la UAE lo impiegherà domani avendo McNulty in maglia gialla.