Le due parole più belle associate a una competizione sportiva: Gara 7. Così si usa definire nei circoli NBA l'atto conclusivo di una serie Playoff, la gara da dentro o fuori che manda in paradiso la squadra vincitrice e pone un termine alla stagione dell'altra. Parole indubbiamente condivise da Kawhi Leonard, che nella notte italiana tra venerdì e sabato ha trascinato i suoi Los Angeles Clippers alla sfida decisiva contro i Dallas Mavericks, firmando 45 punti di pura onnipotenza cestistica, cruciali per la vittoria della compagine losangelina all'American Airlines Center che ha impattato la serie sul 3 a 3.

Il match, terminato 104 a 97 a favore dei californiani, rappresenta l'ennesimo capovolgimento di fronte di una serie in cui il fattore campo è stato sistematicamente ribaltato (6 vittorie su 6 da parte della squadra in trasferta): a far saltare il banco la prestazione da consegnare ai posteri di Kawhi Leonard, che ha chiuso con un astronomico 18 su 25 dal campo e una serie di giocate possibili solo a pochi eletti nei minuti finali. L'ultimo e decisivo appuntamento domenica 6 giugno alle 21:30 italiane allo Staples Center di Los Angeles.

Il silenzio assordante di Kawhi

Senza mai tradire la benché minima emozione, poco mediatico e molto laconico nelle sue dichiarazioni. Kawhi Leonard lascia sempre parlare soltanto il campo, territorio in cui, in totale antitesi rispetto alla persona, il Kawhi giocatore è senza dubbio tra gli interpreti più rumorosi della NBA.

Lo ha dimostrato ancora una volta in gara 6 con una performance tra le più leggendarie della storia recente dei playoff NBA; 45 punti che pareggiano il suo massimo in carriera nella post-season e spengono i sogni di gloria dei Dallas Mavericks, fino a quel momento avanti 3 a 2 nella serie e in possesso di una ghiottissima occasione per chiudere la pratica di fronte al pubblico amico.

La partita è molto equilibrata e stenta a trovare un padrone fino alle battute finali. É Dallas a iniziare con il piglio giusto; il solito straordinario Doncic apre il primo quarto con 11 dei suoi 29 punti finali, coadiuvato dalla vena realizzata di Tim Hardaway jr., autore di 23 punti e sempre più secondo violino dei texani, con 18 punti e oltre 3 triple realizzate ad allacciata di scarpe nella serie.

Kawhi inizia in sordina e a tenere a galla i Clippers ci pensa Reggie Jackson, con 14 segnature nei primi 12 minuti di gioco (25 alla fine per il playmaker).

The Claw prende letteralmente fuoco nella parte centrale dell'incontro, con 27 punti segnati tra secondo e terzo periodo frutto dell'inarrestabile gioco in mid range e tiro dall'arco, marchi di fabbrica del numero 2 in maglia Clippers. E sono proprio queste le due armi con cui il fuoriclasse ex Spurs scardina la resistenza dei Mavericks negli ultimi minuti: con i Clippers avanti sul 90 a 88 Leonard dà vita a una delle sequenze cestistiche più terrificanti dell'ultimo periodo. 8 punti consecutivi con 2 step-back da 3 punti che tagliano le gambe ai Mavs e fissano il punteggio sul 98 a 90 con 1 minuto e 40 rimasti sul cronometro.

Una dimostrazione di superiorità in puro stile Kawhi Leonard, che in certi momenti - che spesso coincidono con i più importanti - dà l'impressione di non poter sbagliare ed essere in grado di plasmare a piacimento il corso degli eventi. Il tutto con la stessa imperturbabile espressione e senza proferire parola. Silenzioso sì, ma in certe serate i decibel del suo gioco scuotono le fondamenta stessa della NBA.