Quello di diventare campione olimpico è il sogno di ogni bambino che comincia a cimentarsi in uno sport, ed è proprio questo il sogno che aveva anche Gianmarco Tamberi. Ieri 1° agosto 2021 finalmente il 29enne marchigiano ci è riuscito: Tamberi è diventato campione olimpico nel salto in alto ai Giochi di Tokyo.
La delusione di Rio 2016 e il sogno Tokyo 2020
Tamberi non aveva partecipato alle Olimpiadi di Rio de Janeiro a causa di un infortunio molto grave, rimediato alcune settimane prima della partenza per i Giochi. Era il 15 luglio del 2016 e mancavano solo tre settimane alla partenza per Rio, Gianmarco tenta di saltare a un'altezza di 2,41 m nella tappa della Diamond League di Montecarlo, ma al momento del salto il suo piede sinistro si infortuna con una diagnosi tremenda: lesione del legamento deltoideo della caviglia sinistra.
Sono quattro mesi di stop e addio Rio.
Fin dal giorno dell'operazione Gianmarco ha dimostrato di avere una grande forza di volontà per superare anche quel grave infortunio e tentare di esserci alle Olimpiadi di Tokyo per scrivere la storia.
Così sul gesso che teneva ferma la sua gamba fa scrivere dalla sua ragazza una frase molto rappresentativa e molto simbolica ovvero "Road to Tokyo 2020".
Ma il suo sogno di partecipare alle Olimpiadi di Tokyo ha dovuto attendere un ulteriore anno a causa della pandemia che ha comportato lo slittamento delle olimpiadi di Tokyo, così sempre sul gesso ha messo una X sul 2020 scrivendo 2021.
Ieri ha portato quel gesso in pedana, lo ha mostrato alla telecamera, come se fosse un trofeo, perché rappresenta tutti gli sforzi che ha fatto negli ultimi cinque anni, oltre al sogno che prima si era infranto, ma che poi è diventato realtà.
L'oro condiviso
La particolarità di questa finale olimpica di salto in alto sta nel fatto che i campioni olimpici sono ben due: l'italiano Gianmarco Tamberi e il qatariota Mutaz Essa Barshim.
I due sono grandi amici da tempo, ed entrambi hanno avuto lo stesso grave infortunio alla caviglia. Quando Gimbo si fece male in quella sera di Montecarlo, il primo a rincuorare l'italiano fu proprio Barshim che lo raggiunse subito dopo la gara in albergo.
Nella finale olimpica i due sono arrivati alla stessa altezza, ovvero 2,37 m. Il regolamento prevede due alternative, o due ori, oppure si va allo spareggio: messi di fronte alla scelta i due grandi amici hanno deciso che nessuno dei due avrebbe tolto all'altro la gioia più bella della vita, così deciso di avere entrambi l'oro.
L'immagine dei due atleti sullo stesso gradino del podio che si abbracciano e si mettono reciprocamente le medaglie al collo rappresenta la bellezza dell'amicizia, della sportività e della condivisione.