Prima del 2015 le atlete transgender non erano ammesse alle Olimpiadi. Successivamente, il Cio ha modificato il regolamento, permettendo alle persone che hanno cambiato sesso di partecipare alle gare previo il rispetto di particolari parametri, tra cui il mantenimento del livello di testosterone sotto una certa soglia nei 12 mesi precedenti alla competizione.

A Tokyo 2020 è scesa in pedana Laurel Hubbard, pesista neozelandese di 43 anni, per la categoria femminile -87 kg del sollevamento pesi: è la prima atleta transgender a prendere parte ai Giochi.

Hubbard, nata Gavin, ha iniziato a competere nel sollevamento pesi a 20 anni e, nel 2012, ha iniziato il percorso di transizione di genere con la terapia ormonale. Nel 2017 ha poi segnato un record di sollevamento (113 kg) ai North Island Games e in seguito vinto una medaglia d'oro ai campionati d'Australia. Nel corso del tempo dunque Laurel è riuscita a soddisfare i requisiti necessari per gareggiare come pesista, fino al traguardo attuale: la partecipazione ai Giochi Olimpici all'interno della categoria femminile del sollevamento pesi.

Un evento di portata storica

La partecipazione di Laurel Hubbard a Tokyo 2020 è già storia. Nonostante il risultato ottenuto nella gara (si è posizionata ultima), la pesista neozalandese si è dichiarata soddisfatta della sua presenza ai giochi, simbolo di rivalsa per tutti i transgender emarginati e i bullizzati.

Intervistata al Tokyo International Forum, la Hubbard ha infatti ammesso: "Non ero venuta qui per cambiare il mondo, volevo solo essere me stessa", dichiarando che attualmente c'è un forte bisogno di libertà per tutte le persone come lei. La sua presenza ai giochi è inoltre un momento fondamentale per i diritti civili. Infatti, dal momento in cui è stata confermata la partecipazione della Hubbard ai Giochi olimpici, nel mondo si è riacceso il dibattito riguardante l'adesione degli atleti transgender alle gare, in particolare quella delle donne trans nella stessa categoria delle donne cis.

Il tema è internazionale e, in molti paesi, attualissimo. Basti pensare agli Stati Uniti, dove il Partito Repubblicano ha adottato leggi che vietano agli studenti trans di gareggiare ai giochi scolastici insieme agli studenti cis, per paura che si possa giungere alla "rovina dello sport". Come se ciò non bastasse, in alcuni Paesi americani è addirittura illegale l'aver accesso ad una terapia ormonale per cambiare sesso, sebbene non provochi effetti irreversibili.

Hubbard non è stata esente da attacchi omofobi, spesso sostenuti da false "ragioni scientifiche". Lei stessa ha ammesso di aver ascoltato le offese ricevute e di essersi fatta talvolta condizionare. Tuttavia Laurel ha gareggiato a testa alta e con grande coraggio, dimostrando come anche nel mondo dello sport la libertà di essere sé stessi sia un diritto fondamentale.