Per il ciclismo italiano il 2021 si sta concludendo nel segno di Sonny Colbrelli, che ieri ha vinto la classicissima Parigi-Roubaix alla prima partecipazione. A 31 anni, il corridore bresciano ha dato un cambio di passo importante ad una carriera di alto livello, ma in cui finora mancavano i grandi acuti. Colbrelli si è fatto vedere molto competitivo già ad inizio stagione, ma è dall’estate che ha alzato in maniera decisiva l‘asticella delle prestazioni, seguendo l’esplosione che ha caratterizzato quasi tutti i corridori del Team Bahrain Victorious, squadra rivelazione dell’anno.

Sonny Colbrelli: ‘Sono maturato a 30 anni’

Sonny Colbrelli ha iniziato la sua striscia vincente al Delfinato, in giugno, per poi firmare il Campionato Italiano e ripresentarsi ancora più forte per quest’ultima parte della stagione in cui si è preso la maglia di campione europeo. Solo il Mondiale non è andato come nei sogni più belli, con un decimo posto che non rispecchia le ambizioni della vigilia, ma il corridore bresciano ha trovato il modo di rifarsi subito mettendo un sigillo sontuoso al suo 2021. Ieri, nella prima partecipazione alla Parigi-Roubaix, Colbrelli ha corso da campione in un’edizione resa massacrante dal maltempo e dal fango. Il corridore del Team Bahrain ha replicato ai forcing di Mathieu Van der Poel ed ha poi imposto il suo spunto nello sprint finale davanti alla sorpresa di giornata Vermeersch e al fuoriclasse olandese.

Nella conferenza stampa del dopo corsa a Sonny Colbrelli sono state fatte alcune domande sulla sua esplosione completa in questa stagione in cui ha ormai 31 anni, fatto che va in controtendenza rispetto a questo ciclismo attuale in cui dominano i giovanissimi. “Abbiamo visto altri corridori, come Greg Van Avermaet, che hanno iniziamo a vincere le classiche monumento a trent’anni”, ha risposto il campione italiano ed europeo. “Sono diventato maturo come corridore a trent’anni ed ho raggiunto la mia posizione nel ciclismo", ha aggiunto Colbrelli.

‘Mentalità cambiata’

Sonny Colbrelli ha poi dato un’altra motivazione alla crescita esponenziale di cui è stato protagonista quest’anno e che lo ha portato ai vertici del ciclismo mondiale.

“Quest’anno la mia mentalità è cambiata. Mi sono fatto aiutare da un mental coach e dentro di me c’è qualcosa di diverso. Questo è quello che ha fatto andare tutto così bene quest’anno”, ha raccontato il vincitore della Parigi-Roubaix.

Colbrelli ha poi raccontato questa incredibile prima esperienza all’Inferno del Nord. “Era la mia prima Parigi Roubaix e ancora non riesco a credere a quello che ho fatto sul pavè. Il fango era difficile, ho rischiato di cadere alcune volte, ma sono rimasto concentrato, sono stato in piedi seguendo Mathieu Van der Poel”, ha raccontato il vincitore.

Il corridore bresciano ha spiegato anche perché questo debutto alla Parigi-Roubaix è arrivato solo a 31 anni. “In passato non l’ho corsa perché l’obiettivo principale della primavera era l’Amstel Gold Race.

Avevo paura di essere troppo stanco e di non riprendermi dalla Roubaix, anche se avevo sempre l’idea di correrla. Al via non pensavo nemmeno di finirla, sono partito ed ho corso senza pressioni”, ha raccontato Sonny Colbrelli, il cui prossimo impegno è fissato al Gran Piemonte, classica in programma giovedì 7 ottobre e già vinta tre anni fa.