Nelle scorse ore, a Roma, si è tenuta la conferenza "Sport Sicuro-Focus sul ciclsimo", organizzata dall'associazione centri sportivi italiani (Acsi) e dall'associazione Zero Sbatti (che si occupa della tutela dei ciclisti in caso di incidenti stradali). Il focus dell'incontro è stato sul tema della sicurezza stradale per gli utenti su due ruote e, alla conferenza, ha preso parte anche Vincenzo Nibali. Il ciclista, tra i più vincenti nella storia recente, ha espresso le proprie convinzioni sul tema sicurezza, affermando come le piste ciclabili non possano rappresentare la soluzione.

'Difficile in Italia pensare di costruire piste ciclabili ovunque'

In particolare, Nibali ha ricordato come nel nostro paese sia abbastanza complesso (se non impossibile) pensare di costruire delle piste ciclabili ovunque, come ad esempio dentro "i centri storici" delle città. Inoltre, lo Squalo ha anche sottolineato come, anche laddove presenti, le ciclabili non possano rappresentare degli strumenti efficaci per potersi allenare. Ciò perché, nelle piste, spesso sono presenti molte persone intente a passeggiare a piedi o con i propri cani o, ancora, dei ciclisti che procedono a basse velocità. A causa di questo, la presenza di corridori in fase di allenamento sarebbe "pericolosa".

Per questo motivo, secondo Nibali, una soluzione potrebbe essere rappresentata dall'uso della segnaletica per delimitare delle porzioni di strada dedicate esclusivamente alla marcia dei ciclisti.

In questo modo, infatti, automobilisti e corridori su due ruote saprebbero entro che limiti muoversi. Vincenzo ha riconosciuto come questo non possa rappresentare una soluzione definitiva dal punto di vista della sicurezza dei ciclisti, sottolineando però come una soluzione del genere vada a creare la consapevolezza che in strada vi possono essere anche biciclette.

'Olanda e Danimarca tra i posti più positivi'

Nibali ha poi continuato affermando come nel nostro paese il tema della sicurezza stradale per i ciclisti sia sempre rimasto in secondo piano. Un punto di svolta, in questo senso, si è avuto a partire dall'introduzione dell'obbligo di utilizzo del casco per i professionisti, che è andato a creare "un effetto di emulazione positivo".

Lo Squalo ha poi anche parlato del fenomeno delle bici elettriche, definito come un vero e proprio "boom" che ha permesso una parziale sostituzione dell'automobile nell'uso quotidiano. Nonostante questo, secondo Nibali, il nostro paese è ancora abbastanza indietro: "Il popolo italiano è ancora molto legato all'automobile". Il nostro portacolori, infine, ha sottolineato come, ad ora, Danimarca e Olanda rappresentino le realtà più positive per i ciclisti.