Il periodo difficile per Jimmy Butler non sembra finire, il cinque volte all-star dei Miami Heat è alle prese con un importante problema al tallone e finora ha giocato solo 18 delle 32 partite stagionali disputate dalla sua squadra. Un inizio di stagione, il suo, che prometteva davvero bene e i numeri lo vedevano come uno dei favoriti per la vittoria dell'Mvp (most valuable player), ponendosi in un un diretto confronto con mostri sacri del Basket come Curry e Durant. Tutto questo grande sogno per la guardia texana sembra essere purtroppo sparito a causa dei logoranti infortuni che lo stanno tenendo lontano dal campo di gioco, infortuni che si stanno inoltre perpetuando già da varie stagioni e sono un vero e proprio problema per il giocatore, è arrivato il momento per lui di fare load managemant.

I pro del load management

Il load management consiste nel far riposare un giocatore in alcune partite della regular season per prevenire gli infortuni, infatti "load managemant" traslitterato in italiano significa proprio "controllo dei carichi di lavoro", insieme la società e il giocatore scelgono quali partite far saltare durante la stagione per preservarli nei playoff e arrivare fino alle finali. Un chiaro esempio degli ultimi anni è sicuramente Kawhi Leonard che in questi anni ha usato diffusamente questa tecnica e proprio per questo nelle finals disputate e vinte è stato sempre l'mvp.

Nella NBA comunque non è un fatto nuovo, anzi, a fine settembre 2017 il Commissioner Adam Silver, successore di Stern, aveva introdotto una nuova regola sul “rest”, il riposo dei giocatori, aveva dato libertà alla Lega di multare le squadre che tenevano deliberatamente a riposo dei giocatori sani, soprattutto se questo avveniva in occasione di partite in diretta Nazionale o se i giocatori di prima fascia seduti erano più di uno.

Chiaramente le squadre Nba poco se ne importano di un'irrisoria multa se in palio c'è un titolo nba.

Load management: posizioni contrarie

Molti campioni NBA si sono schierati in merito a questa tecnica e molti sono sembrati a sfavore di questa cosa, uno su tutti il greco Antetoukoumpo (2xMVP 2xDPOY 4xallStar) che afferma di non sentirsi bene se non gioca.

Un'altra testimonianza importante arriva poi da un allenatore, quello di Orlando, egli afferma che avendo lavorato con Jordan a Charlotte ha imparato l'etica del dovere e il dovere di un giocatore di scendere in campo in tutte le 82 partite. Le giovani star in futuro faranno tesoro di questi insegnamenti.

A quanto pare è giunto il momento anche per Jimmy di sperimentare qualcosa di nuovo per preservare il suo fisico e non finire come tanti altri giocatori che a causa degli infortuni hanno dovuto interrompere la carriera.