A circa 24 ore di distanza, nel mondo del Ciclismo non si è ancora dissolta l’eco della gigantesca vittoria di Tadej Pogačar alla Strade Bianche. Il fuoriclasse della UAE Emirates ha dominato la corsa senese con una prova di forza che ha lasciato tutti ammirati. Il due volte vincitore del Tour ha attaccato nel settore di sterrato di Monte Sante Marie, concretizzando una cavalcata solitaria di una cinquantina di chilometri, la più lunga fuga andata a segno nella storia della Strade Bianche.

50 km di spettacolo

La portata dell’impresa di Tadej Pogačar è fotografata anche dai numeri della sua prestazione.

Velon, l’associazione che riunisce molte squadre professionistiche e fornisce immagini inedite e dati delle corse, ha analizzato le fasi decisive della Strade Bianche.

Nei suoi 50 km di fuga solitaria, Pogačar ha pedalato ad una velocità media di 37,4 km/h, sviluppando un wattaggio medio di 350. La potenza massima espressa è stata di 850 watt. La straordinarietà della prestazione del campione sloveno è data dalla capacità di sprigionare dei picchi in grado di spezzare la corsa, ma soprattutto nella resistenza allo sforzo prolungato e nell’eccezionale rapporto tra peso e potenza. Dai dati di Velon si vede come Kasper Asgreen, corridore di maggior stazza e peso, sia riuscito a sprigionare un wattaggio medio di 380 dopo il suo attacco, avvenuto però solo a 19 km dall’arrivo, circa mezz’ora di sforzo contro l’ora e venti della fuga solitaria del vincitore.

Tadej Pogačar: ‘Non era pianificato’

Tadej Pogačar ha spiegato che questa prestazione super che ha esaltato gli appassionati di ciclismo è nata quasi senza volerlo.

L’intento del campione sloveno non era quello di andarsene via da solo così lontano dal traguardo. “Il settore di Monte Sante Marie è un punto decisivo, ci sono sempre degli attacchi. Quest’anno ci ho provato io, ho preso un certo vantaggio. Non era davvero pianificato” ha raccontato il vincitore al termine della corsa, spiegando di essersi poi pentito di questo attacco a 50 km dall’arrivo.

“Dieci minuti dopo ho pensato che non era stata una buona idea. Ho pensato che le mie gambe sarebbero esplose e che avrei dovuto raggiungere l’arrivo a piedi. Ma il distacco è aumentato, quindi non potevo più tornare indietro”, ha raccontato Pogačar.

Il campione sloveno ha dichiarato che in realtà, nonostante questa prova di forza, si era avvicinato alla Strade Bianche con qualche dubbio. “Sono tornato a casa mercoledì e ho avuto qualche problema con il jet lag, nella ricognizione non mi sentivo al 100%”, ha raccontato Pogačar, aggiungendo che “questa è una grande vittoria, è la quarta volta che corro la Strade Bianche e ogni anno ho migliorato il mio risultato”.